LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI ROMA SULLE DISCRIMINAZIONI SINDACALI A POMIGLIANO

TRA LA FIAT E LA FIOM NEGLI ULTIMI TRE ANNI SI È DETERMINATO  UN  CORTO CIRCUITO, UNA CATENA DI AZIONI E REAZIONI NELLA QUALE SAREBBE ORMAI INUTILE STABILIRE “CHI HA INCOMINCIATO” – MEGLIO VOLTAR PAGINA METTENDO UNA PIETRA SUL PASSATO RECENTE

Articolo pubblicato, in una versione ridotta per motivi di spazio, dal settimanale Oggi il 26 giugno 2012


Quando, nel gennaio scorso, andai a visitare la nuova fabbrica della Fiat di Pomigliano, una delle prime cose di cui chiesi al responsabile dello stabilimento fu questa della discriminazione che la Fiom già allora denunciava ai propri danni nelle assunzioni: nessun iscritto a quel sindacato, nonostante che tra i dipendenti della vecchia fabbrica ce ne fosse una cospicua minoranza. Il responsbile mi disse che nella selezione del personale da assumere tra i lavoratori della vecchia fabbrica Fiat l’appartenenza a questo o quel sindacato veniva del tutto ignorata; e che, se ciononostante nessun neo-assunto aveva la tessera della Fiom, ciò era dovuto al fatto che anche chi in precedenza aveva aderito a questo sindacato ora non vi aderiva più, dal momento che, se fosse stato per la Fiom, il nuovo stabilimento non sarebbe neppure nato.
All’uscita dallo stabilimento, riferii questa risposta a due giornalisti che mi intervistavano, rispettivamente per il Fatto quotidiano e per la nuova trasmissione televisiva di Michele Santoro. E aggiunsi: “Quello che dice il responsabile dello stabilimento è plausibile, ma non so se sia vero o no. C’è però un modo per accertarlo: la legge italiana, recependo una norma europea, ammette la denuncia della discriminazione sulla base di una pura e semplice prova statistica; la Fiom o i singoli lavoratori che si ritengono discriminati agiscano dunque in giudizio portando l’evidenza di una sproporzione, nel novero dei neo-assunti,  tra iscritti a quel sindacaato e iscritti ad altri sindacati. Se la sproporzione c’è,  e l’impresa non è in grado di spiegarla altrimenti, il giudice rileverà la discriminazione ed emanerà le disposizioni opportune per porvi rimedio”.
La Fiom ha seguito questa strada; e a pochi mesi di distanza  l’esito del giudizio è quello di cui hanno parlato i giornali nei giorni scorsi: il Tribunale di Roma ha accertato che la discriminazione effettivamente c’è stata e ha condannato l’impresa ad assumere il numero di iscritti alla Fiom necessario per eliminare la sproporzione rispetto agli altri sindacati e a risarcire i lavoratori che avevano proposto il ricorso con la Fiom per la perdita della chance di essere assunti.
Non ho seguito il giudizio da vicino e non ne conosco gli atti; non posso dunque esprimere alcuna opinione  sul punto se la realtà storica corrisponda di più a quanto mi disse il capo-stabilimento, oppure a quanto dice questa sentenza. Per questo c’è il giudizio d’appello.
Una cosa, comunque è certa: cioè che nell’assumere i propri dipendenti l’impresa ha il diritto di chiedere loro l’accettazione dell’accordo collettivo aziendale sulla base del quale l’investimento su Pomigliano è stato realizzato (ritenuto pienamente legittimo da altri giudici del lavoro, tra i primi il Tribunale di Torino), anche se quell’accordo non è stato sottoscritto dalla Fiom. Il lavoratore che rifiutasse di assumere l’impegno esplicito di rispettare e attuare quell’accordo, infatti, rifiuterebbe un elemento essenziale della propria prestazione contrattuale.
Se fossi negli iscritti alla Fiom ai quali la proposta di assunzione verrà rivolta, in esecuzione della sentenza, non esiterei ad accettare: lo stabilimento di Pomigliano è all’avanguardia nel mondo per l’organizzazione del lavoro, per la sua sicurezza (le lavorazioni più pericolose per la salute sono interamente robotizzate) e per la qualità dei servizi offerti a chi vi lavora.
Tra la nuova Fiat di Marchionne e la Fiom, nei tre anni passati, si è determinato un corto circuito, una catena di comportamenti reciprocamente ostili, nella quale è probabilmente inutile stabilire “chi ha incominciato”. Meglio cercare di voltar pagina, mettendo una pietra sul passato recente: da parte della Fiom e dei suoi iscritti accettando l’accordo che ha reso possibile la nascita di questo gioiello tecnologico, da parte della Fiat facendo tutto il possibile perché a Pomigliano anche gli iscritti alla Fiom si sentano in tutto e per tutto a casa propria.
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