QUANTO CI COSTANO LE CAMPAGNE ELETTORALI ANTICIPATE DI SILVIO E BEPPE

BERLUSCONI CERCA DI FARE CONCORRENZA A GRILLO SUL SUO STESSO TERRENO – CON LA DIFFERENZA CHE LUI È IL CAPO DI UN PARTITO CHE SOSTIENE IL GOVERNO

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 206, 25 giugno 2012
Il famoso spread è l’indice della fiducia che gli operatori internazionali ripongono nella capacità e volontà degli italiani di onorare i propri debiti. Se cala la fiducia, aumenta per noi il carico degli interessi. Ora, immaginiamoci l’effetto prodotto sulla fiducia degli operatori internazionali, quando leggono che c’è un tale Beppe Grillo, il cui programma elettorale è “Non paghiamo, poi si vedrà”. Ma Beppe Grillo oggi rappresenta soltanto tra il 10 e il 20 per cento degli italiani; pesa molto di più il programma elettorale di un altro politico nostrano: quel Silvio Berlusconi il cui programma elettorale – pur ancora in fase di abbozzo – si apre con “Torniamo alla Lira”. La sua idea, in altre parole, è di tradurre il debito pubblico nella nostra vecchia moneta, riacquistando il potere sovrano di stamparne quanta ne vogliamo, così diluendo quel che dobbiamo restituire ai nostri creditori. Berlusconi propone dunque più o meno la stessa cosa che propone Grillo; con la differenza, però, che Berlusconi è il leader di un partito che sostiene il nostro Governo. Quel che dice lui pesa molto di più. Quindi ci costa molto di più in termini di aumento degli interessi sul debito, perchè mina direttamente la credibilità di Monti ai tavoli europei.

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