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NULLAFACENTI: LE SCIABOLE DEL MINISTRO BRUNETTA E I TERMINI REALI DEL PROBLEMA

15 maggio 2008
Gentile Professore, il tintinnar di sciabole che le dichiarazioni di guerra del Ministro Brunetta evocano  mi spinge a sottoporLe alcune considerazioni che, da un osservatorio privilegiato,  non posso fare a meno di formulare.

 E’ più o meno tutto. Aggiungo solo che le osservazioni che Le ho appena sottoposto sono il frutto di una attenta e prolungata osservazione di un universo in cui si pretendono essere stati introdotti elementi di modernizzazione e di messa in efficienza. E, soprattutto, osservazione non distorta dalla presenza di motivazioni di carattere personale poiché  sono (spero) molto vicina alla pensione.

Con i miei più cordiali saluti e la mia più profonda stima.

Paola Bernardi

 

     Concordo largamente con quello che lei scrive, aggiungendo soltanto un’osservazione critica sull’espressione con la quale il ministro Brunetta ha voluto annunciare la propria iniziativa (“Colpirne uno per educarne cento”): non mi sembra che riesumare il linguaggio delle Brigate Rosse sia il modo migliore per affrontare una questione di queste dimensioni, importanza e delicatezza. Ciò non toglie che l’intendimento manifestato dal ministro debba essere salutato come un fatto positivo: purché alle parole seguano scelte serie, efficaci e incisive. Su questo tra maggioranza e opposizione  in Parlamento si aprirà tra breve un confronto molto pragmatico: si discuterà non di proclami o slogan, ma delle cose concrete da fare.

    La mia risposta all’interrogativo iniziale che lei pone è questa: dove non può essere il mercato a misurare e valutare, occorre affidare questa funzione a un organo di controllo indipendente, del tipo di quelli che funzionano in Gran Bretagna e negli altri Paesi nord-europei, che garantisca, oltre all’oggettività ed equità dei criteri di valutazione, anche la trasparenza totale della struttura: tutti i dati sul funzionamento delle amministrazioni pubbliche devono essere disponibili on line, soggetti a controllo da parte dell’opinione pubblica e, soprattutto, degli osservatori qualificati (stampa specializzata, associazioni degli utenti, ricercatori universitari, ecc.). Forse questo è il modo migliore per mettere il fiato sul collo (o, se si preferisce il sale sotto la coda) ai dirigenti e ai vertici politici, per costringere i primi a esercitare le prerogative che competono loro e impedire ai secondi di interferire indebitamente in tale esercizio.

Questo è il passaggio fondamentale del progetto Lazio [1], ora in fase avanzata di attuazione. La generalizzazione di questo principio di trasparenza totale è, poi, l’obiettivo di un progetto di legge a cui sto lavorando, che spero di poter presentare al Senato in tempi molto brevi. Vedremo se il ministro Brunetta è davvero disponibile a compiere questa scelta rivoluzionaria.

p.i.