L’AGGRAVIO PROGRESSIVO DELLA CONTRIBUZIONE PREVIDENZIALE DAL 27 AL 33% SUI REDDITI DEI LIBERI PROFESSIONISTI ISCRITTI ALLA GESTIONE SEPARATA DELL’INPS COSTITUISCE UNA SCELTA NON RAGIONEVOLE, CHE ANDRÀ CORRETTA AL PIÙ PRESTO
Ordine del giorno presentato al Senato il 24 maggio 2012 da alcuni senatori del centrosinistra, nel corso della discussione del disegno di legge n. 3249/2012 sulla riforma del mercato del lavoro – In argomento v. anche la lettera di Anna Soru presidente di Acta (l’associazione più attiva dei liberi professionisti senza ordine, iscritti alla Gestione Separata dell’Inps), con la mia risposta, nella quale ho ribadito la posizione contraria a questa misura, oltretutto contraria alla linea del Governo di ridurre il prelievo sui redditi di lavoro e di impresa
ORDINE DEL GIORNO
Il Senato,
considerato che
– la contribuzione previdenziale sui redditi dei liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata dell’Inps grava interamente sui medesimi;
– già oggi la detta contribuzione previdenziale grava su di essi, in rapporto al costo orario complessivo del loro lavoro, in misura superiore rispetto a a quanto essa grava sul costo orario complessivo del lavoro subordinato;
– già oggi la contribuzione previdenziale grava su di essi in misura nettamente superiore rispetto a quanto essa grava sui redditi dei liberi professionisti iscritti alle Casse pensionistiche di categoria;
impegna il Governo a operare affinché, nell’ambito di una generale armonizzazione delle aliquote di contribuzione previdenziale gravanti sui liberi professionisti, a partire dal 2013 l’aliquota gravante sui liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata dell’Inps ed effettivamente svolgenti la libera professione venga allineata a quella media delle altre categorie di liberi professionisti.
ICHINO, ASTORE, DE LUCA, NEROZZI, PASSONI, SBARBATI
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