FULL DISCLUSURE E PARITÀ FRA AMMINISTRATORE E CITTADINO (A SIENA NEL QUATTROCENTO)

UN “CAPITOLO” DELLA REPUBBLICA SENESE DI SEI SECOLI FA ATTRIBUIVA AI CITTADINI IL DIRITTO DI ACCESSO A TUTTI GLI ATTI DEL PODESTÀ, SOTTO PENA DI UN’AMMENDA DI VENTI LIRE CORTONESI A CARICO DI QUEST’ULTIMO

Lettera aperta di Zoilo Spinella, 15 maggio 2012

Lettera aperta al Sen. Ichino
Ho ascoltato il Suo intervento alla conferenza Monti-Rehn sulla trasparenza della P.A. e degli enti pubblici. Mi ha fatto molto piacere notare una coincidenza di pensiero su questo argomento con il suggerimento, inoltrato al Governo sull’apposito sito della spending rewiew che ripeto: Il risparmio sulle spese della P.A. si potrà ottenere ex ante e non con la correzione dei provvedimenti di spesa già adottati. Propongo che ogni Comune, Provincia, Regione e Ente locale debba predisporre una mailing list composta dai giornali locali, dai giornalisti e da ogni cittadino che chiede di essere iscritto, con l’obbligo di comunicare agli aderenti con immediatezza il testo di ogni deliberazione degli organi eletti e ogni deliberazione delle direzioni e dei funzionari che abbiano il potere di impegnare l’amministrazione cui appartengono. Si tratta di predisporre un albo pretorio moderno che permette la massima trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Il controllo sociale che si otterrà con questa conoscenza anticipata degli atti produrrà spontaneamente un risparmio di spese inutili e l’abolizione di tutti i provvedimenti clientelari.
Solo per curiosità storica Le riporto un esempio di trasparenza amministrativa che risale addirittura al 1400 d.c. ed era normalmente applicata dalla Repubblica senese. Ne ho trovato traccia nello Statuto del Comune di Piancastagnaio, annesso a Siena nel 1402. Il “Capitolo”, una sorta di Statuto con cui erano definiti minuziosamente gli obblighi, le condizioni, i benefici e gli organi amministrativi responsabili della conduzione dell’attività pubblica, trattava tutti gli aspetti giuridici dei rapporti intercorrenti fra Siena e i Comuni annessi. Era una specie di codice locale che s’innestava nel sistema giuridico della Repubblica e tendeva ad unificare le varie norme pubbliche e private. Il Podestà era nominato da Siena e durava in carica soltanto sei mesi. Egli godeva di un appannaggio di quaranta fiorini d’oro corrisposto dallo stesso Comune e, oltre a svolgere le sue funzioni amministrative e giudiziarie, aveva l’obbligo di tenere un libro degli atti autentici, dove era descritta e verbalizzata ogni sua decisione. Doveva registrare ciascun processo, accusa, inchiesta, denuncia e risposta a qualunque sentenza emessa. Se nello scrivere commetteva o ripeteva negligenze di qualunque tipo era multato con una penale di cento soldi per ciascun atto omesso, sia civile sia penale.
Il libro da lui redatto costituiva prova autentica, anche senza testimonianza, e manteneva piena affidabilità, “salvo se gli atti fossero provati espressi con falsità”.
In particolare il Podestà era tenuto a dare a ciascun richiedente la copia di tutti atti e gli attestati del suo ufficio, da lui redatti o da altri Podestà che lo avevano preceduto nel suo ufficio. Per ottenere copia dell’atto, nei termini richiesti, oppure per consultare direttamente il libro pubblico, il richiedente doveva pagare venti lire cortonesi. Ma la norma importante, che oggi sarebbe sconvolgente, prescriveva che se il Podestà negava di rilasciare la copia dell’atto o impediva la consultazione del libro, veniva anche lui multato con lire venti cortonesi, “per ciascun atto negato, per ciascuna volta e per ciascun ritardo dei termini richiesti dal cittadino”. E‘ indubbio che queste norme e regole evidenziano ed esaltano la sofisticata civiltà giuridica della Repubblica senese. Ma soprattutto sono di un’attualità sorprendente, anche se nel nostro ordinamento manca la possibilità di multare e punire l’organo amministrativo che si rende inadempiente nella trasparenza e nel rilascio al richiedente degli atti pubblici. Carenza criticabile che toglie al cittadino il sottile e sadico piacere di ottenere in tempo reale la riscossione della multa dalle mani del Sindaco trasgressore. Come vede l’esigenza della trasparenza risale a molti secoli fa, ma ancora, pur avendo tutti gli strumenti telematici moderni è ancora disattesa.
Cordialmente,
Zoilo Spinella

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