CHE I PARTITI APPLICHINO LA SPENDING REVIEW PER PRIMI A SE STESSI

CONTRO LA DICHIARAZIONE DEI TRE LEADER DI MAGGIORANZA, CIRCA LA PRETESA INCOMPRIMIBILITÀ DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI

Editoriale telegrafico, per la Newsletter n. 197, 18 aprile 2012

In un periodo in cui per salvare il Paese dalla catastrofe si impone una drastica riduzione di bilancio a ogni famiglia, impresa, ente pubblico o privato, non è tollerabile che i soli enti il cui bilancio sia esentato dalla stretta siano i partiti politici. Tanto meno questo è tollerabile, dopo che si è scoperto che in quei bilanci hanno trovato posto, nel recente passato, anche le ville di Lusi e i diamanti di Belsito. Ma quel che è peggio è sentir dire a una sola voce dai leader delle tre forze politiche maggiori del Paese che ridurre il finanziamento pubblico ai partiti produrrebbe effetti “drammatici”, a causa degli impegni presi dagli stessi partiti con le banche. Perché secondo loro le famiglie e le imprese italiane non hanno preso impegni con le banche?
Che i partiti applichino per primi a se stessi quella spending review che giustamente predicano per le amministrazioni. Et plus vite que ça!

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