NELLO SPAZIO DEI 72 ARTICOLI DEL DISEGNO DI LEGGE DEL GOVERNO CI STAREBBE COMODAMENTE L’INTERO CODICE DEL LAVORO SEMPLIFICATO
Editoriale telegrafico per la Newsletter n. 196, 16 aprile 2012
I miei lettori sanno bene che considero il progetto Fornero un passo avanti importante nella direzione giusta: dopo 40 anni di riforme “al margine”, per la prima volta viene modificato seriamente il nucleo centrale del nostro diritto del lavoro. Lo ha apprezzato, esattamente negli stessi termini, anche il Comitato Investitori Esteri nel corso dell’interessantissimo suo convegno svoltosi a Milano giovedì scorso. In quell’occasione, però, lo stesso CIE ha chiesto con grande forza qualcosa che nel progetto manca del tutto: la semplificazione. In questo disegno di legge la complicazione è la conseguenza di un errore (rilevato da Enrico Morando sull’Unità di mercoledì): aver voluto applicare la riforma anche ai vecchi rapporti di lavoro, sottoponendola a tutte le conseguenti tensioni, e ai compromessi necessari per risolverle. Applicare la riforma soltanto ai rapporti nuovi consentirebbe invece la massima semplicità e incisività; la gradualità quantitativa consentirebbe gli obiettivi più ambiziosi sul piano qualitativo. E poi, nello spazio degli stessi 72 articoli del disegno di legge del Governo ci sta comodamente tutto il nuovo Codice del lavoro semplificato che potrebbe essere offerto agli investitori stranieri in via sperimentale per i loro nuovi investimenti in casa nostra.
Il Governo Monti ha aperto la strada rompendo il ghiaccio. Ma c’è ancora molto da fare: semplificazione e flexsecurity restano la stella polare per il prossimo futuro.
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