UN GRUPPO DI “LAUREATI ECCELLENTI” CALABRESI PRENDE POSIZIONE IN MODO EQUILIBRATO SULL’INIZIATIVA DEI “SUPER-STAGE” PROMOSSA DALLA REGIONE
Lettera pervenuta il 28 febbraio 2009 (a proposito degli stage in Calabria V. le testimonianze e documenti precedenti
Egr. Dr. Giuseppe Bova
Al Consiglio Regionale della Calabria
Onn.li Consiglieri
Segretariato Generale
Settore Segreteria Assemblea
Via Cardinale Portanova
89123 – REGGIO CALABRIA
Al Magnifico Rettore
dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
Prof. Francesco Saverio Costanzo
All’On. Direttore dl Dipartimento di Diritto dell’Organizzazione Pubblica, Economia e Società
Egr. Prof. Antonio Viscomi
Viale Europa, loc. Germaneto
88100 – CATANZARO
http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Oggetto: Programma Stage 2008
Nel 2001 in Gran Bretagna, il governo Blair lanciò una Delivering Unit (unità di consegna) con l’obiettivo di migliorare la qualità e ridurre gli sprechi nel settore pubblico inglese.
Fu costituita da 50 bravissimi giovani inglesi, che furono selezionati direttamente dal primo ministro inglese. I 50 talenti selezionarono insieme a Blair le priorità d’azione (educazione, sanità, interni, trasporti) e definirono obiettivi specifici, misurabili, fattibili, realistici e realizzabili in un tempo limitato.
Per esempio, per la sanità gli obiettivi erano ridurre la mortalità per malattie cardiache, la mortalità per cancro, le liste d’attesa, gli incidenti e le emergenze. Per gli interni si trattava di ridurre il numero dei crimini e il numero di ogni tipologia di reato. Per i trasporti l’obiettivo primario era ridurre il livello di congestione delle strade. Poi si è passati a misurare le performance del servizio pubblico in relazione a tali obiettivi con un’incredibile quantità di dati statistici. Gli esperti della Delivering Unit lavoravano fianco a fianco con i dirigenti dei ministeri per definire soluzioni e piani di azione. I risultati della Delivering Unit sono oggi considerati un grande successo e numerosi altri governi e leader dei servizi pubblici stanno valutando se creare strutture analoghe . Il programma è diventato permanente e dà ai giovani talenti trentenni la possibilità di contribuire al benessere del proprio paese. Ogni anno ne viene selezionato un certo numero, resta per 1-2 anni e poi si muove fertilizzando positivamente il servizio pubblico del paese.
Quello che abbiamo scritto finora è tratto da un interessante saggio di Roger Abravanel “Meritocrazia”. Non sappiamo se tutto quello che è contenuto nel libro sia vero oppure se vi siano anche delle mistificazioni. Quello che abbiamo pensato leggendo il libro è che l’esperienza inglese potrebbe essere tentata anche qui da noi.
Naturalmente il paragone non è perfettamente calzante. Nel caso del Regno Unito ha riguardato il settore pubblico di un intero Paese, nel nostro caso interesserebbe una sola regione d’Italia. Tuttavia, quello che si può provare ad emulare, nel nostro piccolo, è lo spirito di quell’iniziativa. Selezionare un certo numero di bravi laureati calabresi, mandarli per un certo periodo di tempo, neanche troppo lungo, a formarsi in quelle scuole e in quei paesi dove la P.A. ha raggiunto un ottimo livello di efficienza ed innovazione, agevolarne, infine, il rientro garantendo agli stessi la possibilità di introdurre delle innovazioni e dei miglioramenti nel nostro sistema amministrativo.
Forse, sarebbe stato sufficiente studiare dettagliatamente l’esperienza della Delivering inglese e successivamente realizzare un’esperienza simile nel nostro contesto, adattandola alle esigenze della P.A. calabrese.
Abbiamo riportato l’esperimento realizzato in Gran Bretagna per contraddistinguere chiaramente lo spirito che anima questo nostro intervento, e, dunque, per manifestare, con atteggiamento propositivo e intento costruttivo, massima disponibilità e piena collaborazione al fine di migliorare la struttura del Programma Stage, evitando inutili e sterili polemiche, ma tenendo in considerazione solo il bene della Calabria e di coloro i quali ne rappresentano il suo futuro: noi giovani.
Purtroppo è ampiamente documentato da molte ricerche che in Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, per tutta una serie di profonde ragioni storiche ed economiche, l’intera struttura del sistema pubblico, ad eccezione di poche isole felici e di pochi soggetti istituzionali, è completamente avulso dai principi e dai valori del merito e dell’agire per migliorare il bene pubblico. Confessiamo che in questo contesto così arido anche noi a volte ne rimaniamo influenzati. Così come una pianta non fiorisce e non cresce se non viene regolarmente annaffiata, anche un certa cultura non si rafforza se non viene costantemente stimolata e nutrita.
La lunga polemica relativa al Programma Stage ci ha spinto a spedire questa lettera per far conoscere la nostra posizione. Siamo un gruppo di stagisti delle province di Crotone – Catanzaro – Vibo Valentia. Da parte nostra vogliamo far sapere che quando discutiamo di questo programma ne critichiamo alcun aspetti e ne apprezziamo altri.
Infatti, pensiamo che il meccanismo di selezione dei candidati sia stato veramente meritocratico e abbia seguito parametri oggettivi. Siamo sicuri che nessuno potrà muovere delle critiche sul come siano stati selezionati i 500 stagisti. Questa è stata una delle poche iniziative in cui non si è registrata alcuna spinta clientelare o interferenza politica.
Inoltre, l’opportunità di lavorare per un periodo abbastanza lungo all’interno di una pubblica amministrazione potrebbe tradursi in un’ottima esperienza per accrescere le proprie competenze professionali e anche per dare un contributo al miglioramento dei servizi offerti dall’ente, visto che sono previsti, in aggiunta al percorso formativo comune iniziale, ulteriori moduli formativi presso le università finalizzati a farci acquisire una formazione riferita in maniera più specifica all’attività dell’ente di destinazione.
Considerati gli innegabili aspetti positivi, con tutta onestà, non possiamo celare i lati negativi di questa esperienza.
Il periodo di formazione comune, finalizzato a farci acquisire delle conoscenze generali relative alla struttura ed al funzionamento degli enti locali, secondo gli scriventi è stato troppo lungo e inutilmente dispendioso. Forse sarebbe stato meglio farlo durare 1-2 settimane, facendo immediatamente seguire i percorsi specialistici.
I corsi e le lezioni avrebbero dovuto essere collegati tra di loro con una maggiore coerenza logica e didattica.
I test intermedi e finali avrebbero dovuto essere omogenei per tutti e tre gli atenei e la loro modalità di svolgimento nota fin dall’inizio del corso.
L’ultima ma non meno importante reticenza riguarda gli obiettivi ultimi del Programma. A cosa serve offrire a circa 500 laureati due anni di lavoro nella P.A. calabrese e poi rimandarli a casa con il riconoscimento di un credito formativo pari ad un master di 2° livello? Non prendiamoci in giro, la situazione del mercato del lavoro calabrese la conosciamo tutti qual è, è più di un secolo che è così. Il risultato inevitabile è che invece di emigrare adesso saremo costretti ad emigrare fra 2 anni e sinceramente non sappiamo con quale esito. Lo stesso può dirsi anche per l’amministrazione ospitante che dopo essersi servita per due anni di risorse utili al fine di offrire servizi migliori può ritrovarsi di colpo nella situazione iniziale. Pur essendo il bando molto chiaro in merito, riguardo a tale punto i comportamenti dei politici sono stati contrastanti tra di loro. Infatti, alcuni membri del Consiglio Regionale hanno escluso ogni possibilità di inserimento degli stagisti nelle Pubbliche Amministrazioni calabresi al termine dei due anni, rivendicando il carattere esclusivamente formativo del progetto e spingendosi fino a dichiarare che il principio ispiratore di questo bando è quello di avviare un percorso di alta formazione al termine del quale gli stagisti otterranno un diploma di Master di secondo livello.
Altri invece lo hanno fatto intendere come un vero e proprio stage, ovvero come un’esperienza finalizzata ad agevolare l’inserimento lavorativo, come per altro lasciato intendere da alcune dichiarazioni di Bova dei mesi scorsi, il quale affermava che questo progetto “Non sarà però una nuova fabbrica di precari. Al termine dei 24 mesi di stages, dovrà essere la Calabria a dimostrare come vuole utilizzare le sue migliori intelligenze”. Lo stesso Bova dichiarava, inoltre: “Operate, nei prossimi due anni, per far crescere, anche grazie al vostro impegno, nuove opportunità positive per tutta la comunità calabrese. Fate tutto questo coniugando le vostre legittime aspirazioni personali con la crescita complessiva delle nostre comunità”.
Tutte dichiarazioni chiaramente stridenti con quelle delle ultime settimane, che ci lasciano concludere che l’unico inevitabile risultato dell’attuazione di questo Programma sarà invece quello di costringerci ad emigrare, anziché subito, fra due anni.
Ciò vuol dire che, paradossalmente, questo percorso potrebbe procurarci un danno irreversibile anziché incentivare la nostra affermazione nel mondo del lavoro: un’esperienza di stage, infatti, non costituisce titolo valutabile in sede di concorso pubblico ed esiste inoltre il rischio che una formazione specifica sull’attività della pubblica amministrazione non si riveli utile ai fini di un inserimento nel settore privato del Nord Italia o che, comunque, una parte di noi non abbia più l’età giusta per essere considerato appetibile da un’azienda privata.
In ogni caso non sarà realizzato l’obiettivo principale del presente bando, ossia mettere un freno all’emigrazione intellettuale calabrese.
In questo clima di confusione ed incertezza, perché non reimpostare questo bando attribuendogli la chiara finalità di avviare un processo di rinnovamento del capitale umano dei nostri servizi pubblici, puntando sulle capacità e le competenze di giovani laureati?
Chi meglio dei politici e dei docenti universitari conosce i problemi della nostra P.A.? La risposta ve la diamo noi: nessuno. Noi possiamo solo offrirvi la nostra disponibilità e collaborazione ad intraprendere un percorso di questo tipo. Solo chi possiede la conoscenza ha la soluzione giusta. Siccome la classe politica e il mondo accademico possiedono le conoscenze richieste, siamo sicuri che questi soggetti potranno proporre la soluzione giusta per Calabria e per il suo futuro.
Finora, gli interventi degli stagisti nel dibattito in corso tra i politici nazionali, quelli regionali ed i rettori, hanno fatto da sponda ad una delle parti in gioco. Noi abbiamo scelto una posizione diversa. Non ci schiereremo con nessuno, anzi ci schiereremo, siamo già schierati, soltanto con noi stessi, e con lo spirito di fondo del progetto realizzato in Gran Bretagna, dove hanno saputo coniugare magistralmente il bene di una nazione (che chiedeva una macchina burocratica più efficiente) con il futuro dei propri giovani, resi protagonisti di quel cambiamento.
Non vogliamo scontrarci, gridare e litigare con nessuno, ci piacerebbe soltanto aprire insieme a tutti i soggetti interessati un serio e lungimirante confronto per migliorare questo progetto e renderlo l’inizio di un effettivo cambiamento in meglio della nostra P.A..
Infatti, siamo fermamente convinti dell’inutilità delle sterili polemiche e degli scontri politici a cui non fanno seguito proposte concrete di miglioramento del livello di efficienza e del know how delle pubbliche amministrazioni e crediamo, invece, nell’importanza dell’essere propositivi e dell’elaborazione di nuove idee che possano invero valorizzare il merito.
Facciamo presente che quelli che stanno rischiando di più in questo progetto formativo siamo noi. Siamo noi quelli che forse tra due anni non avranno un lavoro e saranno costretti a rifare le valigie e ad andar via.
Siamo noi il futuro di questa regione.
Siamo noi che chiediamo di avere fiducia e di renderci protagonisti di un serio processo di innovazione del nostro apparato amministrativo.
Deferenti saluti.
Seguono firme degli stagisti: