UN EPISODIO DEPLOREVOLE RIPORTATO DALLE CRONACHE PONE IN EVIDENZA LA DEGENERAZIONE CHE RISCHIA DI CARATTERIZZARE IL SINDACALISMO NEL SETTORE PUBBLICO
Commento a una notizia riportata dal Corriere della Sera del 23 febbraio 2012 (nella cronaca di Milano) e non smentita
Nove e mezza del mattino. Una persona in istato di apparente eccitazione da alcol o droghe riesce a penetrare in una scuola materna di Milano (quella di via Oglio, al Corvetto) pronunciando frasi insensate e minacciando atti violenti. Mentre la dirigente cerca di ammansire il pericoloso intruso, e le maestre curano che nessun bambino esca dalla propria aula, una di esse corre al comando dei vigili urbani che si trova nella stessa via, di fronte all’asilo, chiedendo aiuto per far fronte all’emergenza. Le viene risposto che al momento nessun intervento è possibile, essendo in corso un’assemblea sindacale. La stessa risposta viene data alla direttrice per telefono. La direttrice riesce con astuzia a chiudere fuori dall’asilo l’intruso, che verrà poco dopo arrestato dai carabinieri, a seguito di una rapina in un negozio vicino.
Spero che la Giunta comunale vorrà e saprà emanare misure severe idonee a evitare che un episodio di questo genere abbia a ripetersi. Ma se questo è potuto accadere, è perché nel nostro ordinamento i diritti degli addetti a un servizio sono sistematicamente sovraordinati rispetto ai diritti degli utenti di quel servizio: solo così si spiega che un’assemblea sindacale dei vigili urbani conti più della sicurezza dei bimbi di un asilo. E delle loro maestre, perché in questo caso esse compaiono come utenti: che se invece si trattasse dell’assemblea sindacale delle medesime maestre o di qualsiasi altro addetto a un servizio pubblico, anch’essa conterebbe più della funzione loro affidata. Ma oggi nella maggior parte dei casi la parte debole sono gli utenti, non gli addetti al servizio.