NON SI TRATTA DELLA VECCHIA POLITICA DEI DUE TEMPI, MA DELL’IMPOSSIBILITÀ TECNICA DI VARARE IN DUE SETTIMANE, CON IL PRIMO DECRETO-LEGGE, UNA RIFORMA DI QUESTA COMPLESSITÀ E DELICATEZZA
Dichiarazione raccolta da Paola Sacchi per Panorama, 22 dicembre 2011
Nel suo discorso programmatico il Presidente del Consiglio ha indicato in modo molto preciso la riforma del diritto e del mercato del lavoro che intende attuare, per assolvere l’impegno assunto dall’Italia verso la UE. Non toccherà i vecchi rapporti di lavoro stabili regolari; riguarderà soltanto i rapporti che si costituiranno da qui in avanti. E sarà una disciplina applicabile davvero a tutti, capace di conciliare la massima possibile flessibilità per le strutture produttive con la massima possibile sicurezza economica e professionale per tutti i lavoratori, senza più lavoratori dipendenti di serie A e di serie B. Qualsiasi proposta che rispetti questi punti fermi sarà la benvenuta. D’altra parte, è evidente che una riforma di questa complessità e delicatezza non si poteva fare in due settimane e inserire nel decreto-legge ora all’esame del Senato.