UN DIPENDENTE DELLA FINCANTIERI APPROVA IL PROGETTO FLEXSECURITY

PROPRIO NELLE SITUAZIONI DI CRISI AZIENDALE GRAVE SI VEDE QUANTO SIA MIGLIORE LA NUOVA TECNICA DI PROTEZIONE DELLA SICUREZZA ECONOMICA E PROFESSIONALE DEL LAVORATORE, RISPETTO ALLA VECCHIA TECNICA FONDATA SULL’INGESSATURA DEL RAPPORTO DI LAVORO

Messaggio pervenuto il 1° novembre 2011, a seguito di una mia partecipazione alla trasmissione televisiva Porta a Porta dedicata al d.d.l. n. 1873 e alla prospettiva che su di esso si determini in Parlamento una convergenza bi-partisan

Salve, mi chiamo M. R. e le scrivo dalla provincia di Ancona. Sono un dipendente Fincantieri, azienda che come saprà sta attraversando un periodo di crisi ed è per questo che mi trovo da 6 mesi in regime di cassa-integrazione. Questo per dirle che al momento – ahimè –  non mi trovo in una posizione di privilegio ma sto vivendo con paura una situazione che solo pochi anni fa neppure immaginavo. In fondo lavorare in Fincantieri è sempre stato un “buon posto”, quasi un impiego pubblico. Volevo – con questa mia – farle sapere  che condivido pienamente le sue proposte circa la modifica del mercato del lavoro in Italia. Mercato che fino ad ora è stato troppo chiuso ed ingessato e che noi lavoratori abbiamo sempre sofferto (ma non se ne sono mai accorti i sindacati ed i partiti di sinistra?). Mi piacerebbe che mio figlio da adulto vivesse in un Paese che premiasse i  migliori, in cui possa permettersi di mettere a frutto le sue competenze non in una unica azienda per tutta la vita ma nelle aziende che meglio valorizzerebbero le sue capacità, o che possa muoversi molto più liberamente nel mondo del lavoro di quanto abbiamo potuto muoverci noi (la mia classe è il 1965). Penso che questo paese debba mettere ai primi posti questa riforma. Così come è strutturato, il mondo del lavoro dipendente fa male a noi lavoratori. Questo per dirle: vada avanti!
Grazie
M. R.

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