ARTICOLO 8: LE CONTRADDIZIONI NELLA MAGGIORANZA

“NÉ PENTERE E VOLERE INSIEME PUOSSI, PER LA CONTRADDIZION CHE NOL CONSENTE” (Inferno, XXVII) 

Editoriale telegrafico per la Newsletter n. 167, 19 settembre 2011

 14 settembre, h. 13.30: la Camera vota (316 sì, 302 no) la fiducia al Governo sulla manovra-bis: il decreto di Ferragosto è convertito in legge; h. 17.30: la Camera vota (418 sì, 14 no) l’ordine del giorno Damiano che definisce la manovra-bis “largamente insufficiente”, “fortemente iniqua”, “depressiva sul piano economico”, e impegna il Governo, in particolare, a riscrivere da cima a fondo il contestatissimo articolo 8 in materia di lavoro e relazioni industriali. In un Paese normale, a questo punto, il ministro del Lavoro dovrebbe dimettersi. Che cosa fa, invece, il nostro? Si precipita a rilasciare un’intervista al Sole 24 Ore intitolata Nessuna riforma in vista per l’articolo 8, nella quale sostanzialmente rifiuta la (seconda) decisione della Camera e difende a spada tratta il “suo” articolo 8 assicurando che non intende toccarlo. Non è eccessivo dire che la maggioranza è in stato confusionale. E non è disfattismo chiedersi come possano le istituzioni europee e i mercati internazionali dare fiducia a un Paese che è governato a questo modo.

 

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