L’ORDINE DEL GIORNO DAMIANO SULL’ARTICOLO 8 DELLA MANOVRA

IL DOCUMENTO, SUL QUALE IL GOVERNO HA DOVUTO DARE PARERE FAVOREVOLE, PER EVITARE DI ESSERE “MESSO SOTTO” NEL VOTO ALLA CAMERA, SCONFESSA L’INTERO PROVVEDIMENTO E IN PARTICOLARE LA NUOVA NORMA IN MATERIA DI LAVORO, IMPEGNANDO IL GOVERNO STESSO A MODIFICARLA DRASTICAMENTE

Ordine del giorno presentato da Cesare Damiano, Enrico Letta e altri parlamentari Pd, approvato dalla Camera dei Deputati con 418 voti favorevoli e 14 contrari il 14 settembre 2011

Camera dei Deputati, seduta pomeridiana del 14 settembre 2011

DISEGNO DI LEGGE: S. 2887 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 13 AGOSTO 2011, N. 138, RECANTE ULTERIORI MISURE URGENTI PER LA STABILIZZAZIONE FINANZIARIA E PER LO SVILUPPO. DELEGA AL GOVERNO PER LA RIORGANIZZAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE SUL TERRITORIO DEGLI UFFICI GIUDIZIARI (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 4612)

 

La Camera,
premesso che:
dopo aver a lungo sottovalutato gli effetti della crisi, l’esecutivo, con il presente decreto, ha predisposto un intervento largamente insufficiente, spinto soprattutto dalle pressioni istituzionali europee, e incorrendo in continue contraddizioni anche dettate da una fragile coesione della maggioranza al suo interno; la manovra, seppur necessaria sul piano del risanamento dei conti pubblici, è fortemente iniqua dal punto di vista sociale e «depressiva» sul piano economico perché concentrata sui ceti medio-bassi attraverso l’adozione di misure fortemente penalizzanti nei confronti di famiglie e lavoratori; le disposizioni del presente decreto, non sembrano in grado di attivare adeguati processi di sviluppo, non contenendo misure a favore dell’innovazione e della ricerca, né programmando iniziative sul fronte delle politiche industriali, che appaiono ormai essenziali in un contesto economico globalizzato. Tutto ciò non può che ripercuotersi negativamente sul mondo del lavoro chiamato, nell’imminente autunno, ad affrontare una fase delicata, attesa la scadenza di numerosi trattamenti di integrazione salariale, che condurrà inevitabilmente ad un aumento vertiginoso dei problemi occupazionali;
considerato che:
in questo contesto, le disposizioni dell’articolo 8 rappresentano un improprio intervento del Governo sui temi del modello contrattuale e della rappresentatività sindacale, materie che dovrebbero essere rimesse alle parti sociali, che non hanno alcun carattere di necessità ed urgenza e che non hanno motivo di essere trattate in un provvedimento di natura finanziaria come quello in esame; la norma sembra essere esclusivamente mirata a dividere il fronte sindacale, mettendo in discussione l’accordo unitario raggiunto lo scorso 28 giugno tra CGIL, CISL e UIL e Confindustria, sia sul tema della democrazia nei luoghi di lavoro e quindi della partecipazione delle RSU e dei lavoratori alle decisioni che riguardano gli accordi aziendali, sia sul tema della rappresentatività delle organizzazioni sindacali che stipulano i medesimi accordi. L’introduzione del concetto di rappresentatività territoriale del sindacato apre la strada a sindacati di comodo non nazionalmente rappresentativi e, di conseguenza, a logiche di dumping sociale. Estremamente grave, l’introduzione del principio della derogabilità di leggi e contratti collettivi nazionali da parte dei contratti aziendali, soprattutto laddove siano in gioco importanti e sostanziali diritti dei lavoratori, compresi quelli connessi al reintegro nel posto di lavoro;
l’articolo 8 introduce nella disciplina del lavoro, dunque, pericolose novità. Il «sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità», come previsto dal provvedimento, introduce la possibilità di siglare accordi aziendali o territoriali in deroga ai contratti collettivi nazionali, estende l’efficacia erga omnes degli accordi siglati prima del 28 giugno 2011, con riferimento esclusivo agli accordi stipulati negli stabilimenti FIAT. Inoltre, i contratti di prossimità potranno disciplinare «la trasformazione e conversione dei contratti di lavoro» e «le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro», mettendo in discussione l’efficacia dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori,

impegna il Governo

a valutare attentamente gli effetti applicativi dell’articolo 8, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere quanto prima, le disposizioni, coinvolgendo le parti sociali al fine di redigere una norma integralmente conforme agli indirizzi, ai contenuti e alle finalità dell’accordo del 28 giugno 2011.

DAMIANO, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA, MADIA, MATTESINI, MIGNOLI, RAMPI, SANTAGATA, SCHIRRU

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