L’EX-PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INDICA IL SUPERAMENTO DEL DUALISMO DEL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO TRA LE MISURE INDISPENSABILI PER RILANCIARE LA CRESCITA ECONOMICA DEL PAESE
Estratto dall’intervista a Giuliano Amato, a cura di Aldo Cazzullo, pubblicata sul Corriere della Sera il 27 luglio 2011, pagine 2 e 3 – Per il dibattito sulla “terza via” cui l’intervistato allude, v. il Portale della Semplificazione e la Flexsecurity
[…] Dobbiamo fare appello a tutte le risorse di cui il Paese dispone, per far sentire tutti partecipi del destino comune, di una missione nazionale. Questo implica significativi cambiamenti.
Ad esempio?
I precari. Troviamo una terza via nei rapporti di lavoro, in modo che chi lavora in un’impresa partecipi della missione, e l’impresa non si senta prigioniera di rigidità normative che la inducono a non assumere stabilmente nessuno e continuare la manfrina così umiliante di migliaia di contratti di lavoro per 8 mesi anziché 12. Così priviamo una generazione della chance di assumersi responsabilità; e le nostre aziende restano troppo piccole, senza riuscire a esportare sui mercati extra-europei. La soglia dei 15 dipendenti la teniamo in vita con disincentivi legali e fiscali. Come mi è capitato di dire l’altro giorno al Cnel, nel nostro mondo industriale sotto la panca la capra non campa ma crepa, essendo la panca quota 15.
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