UN LETTORE PRECISA CHE IN AUSTRALIA L’ELETTORE È TENUTO A STILARE UNA GRADUATORIA DEI CANDIDATI NEL COLLEGIO UNINOMINALE: IL SISTEMA DEL VOTO ALTERNATIVO O TRASFERIBILE DA ME SOSTENUTO PRESENTA SOLO UNA FORTE ANALOGIA CON QUELLO, MA NON È LA STESSA COSA
Lettera pervenuta il 5 giugno 2011 – Segue la mia risposta
Buon giorno (e buona giornata mondiale dell’ambiente) professor Ichino,
mi sono deciso a mandarle questa mail per chiederle come mai, quando parla della sua proposta di legge elettorale, fa riferimento al sistema australiano. Il suo voto alternativo dà una seconda preferenza facoltativa, sbaglio?
Il sistema australiano invece, per quel che so, obbliga il cittadino a stilare una classifica di tutti i candidati presenti in un determinato seggio.
Forse proprio per questo radicali come Marco Pannella sono un po’ scettici verso la sua proposta, perché ne confondono i meccanismi.
L’uninominale secco ha il difetto di rappresentare spesso minoranza politiche (sta accadendo anche con il porcellum…), il voto alternativo facoltativo invece favorisce un consenso “generale” avvicinandosi più facilmente alla maggioranza assoluta.
Importante è, però, che non si riduca il numero di parlamentari, perché il collegio piccolo è fondamentale per abbattere le caste che controllano l’Italia, a favore di veri candidati legati al territorio.
Un saluto e buon lavoro,
E.R.
Sul termine “sistema australiano” Lei ha ragione: l’uso che ne ho fatto (mirato a sottolineare che l’idea centrale del progetto non è campata in aria, ma è in qualche misura già sperimentata da tempo in un altro grande Paese) è impreciso. Meglio forse il termine “uninominale con ballottaggio anticipato”, come propone Valerio Zanone.
Non concordo, invece, sulla sua opinione contraria a una riduzione drastica del numero dei parlamentari: come dimostrano le esperienze britannica e statunitense, un collegio uninominale con ottanta/centomila elettori invece dei cinquantamila attuali conserverebbe – mi sembra – tutte le caratteristiche positive del sistema e in particolare la conoscibilità diretta dei candidati da parte degli elettori. Ma ovviamente tutto è opinabile e perfettibile. (p.i.)