SECOLO XIX: COME SI PUÒ RIDURRE IL “CUNEO” SULLE RETRIBUZIONI

OCCORRE ABBASSARE DRASTICAMENTE IL PRELIEVO FISCALE SULLE RETRIBUZIONI FINO A 1000 EURO AL MESE ED ELIMINARE I PRELIEVI CONTRIBUTIVI IMPROPRI

Intervista a cura di Gilda Ferrari per il Secolo XIX, pubblicata il 12 maggio 2011 – Sullo stesso argomento v. anche il mio articolo Gli strumenti contro la disegueglianza    pubblicato sul Riformista l’11 gennaio 2009 e la mia Lettera sul lavoro pubblicata sul Corriere della Sera il 28 giugno 2010

«Non esiste una pressione fiscale “giusta”, ma deve esistere un buon equilibrio tra pressione fiscale e welfare». Pietro Ichino, giurista, è docente di Diritto del lavoro all’Università Statale di Milano.

La pressione fiscale sul lavoro in Italia resta alta, dice l’Ocse. Dove incidere, per abbassarla?
«Occorre innanzitutto ridurre a una misura poco più che simbolica il prelievo Irpef sui redditi fino a 1.000 euro lordi al mese, che possiamo considerare in Italia una soglia di povertà. Oggi su una busta paga di 1.000 euro per tredici mensilità il prelievo Irpef è di 110: davvero inaccettabile».

Come agire?
«Ridurre questo prelievo di tre quarti costerebbe circa 8 miliardi: non è un obiettivo irraggiungibile, se pensiamo che 4 miliardi è quanto è costata l’abolizione dell’Ici sulle case delle persone più agiate. Poi occorre ridurre i prelievi impropri».

Qualche esempio?
«Sulle retribuzioni del settore industriale grava un contributo medio pari al 3% per la Cassa integrazione; ma per coprire quanto la Cassa ha erogato mediamente negli ultimi 15 anni basterebbe lo 0,7%. E se si eliminassero gli abusi diffusi del ricorso alla Cassa, lo si potrebbe ridurre addirittura allo 0,5%. Anche il contributo pensionistico potrebbe essere abbassato, combattendo più efficacemente l’abuso delle pensioni di invalidità».

In Germania, Francia, Belgio e Austria la pressione fiscale sul lavoro è più alta che in Italia. Esiste un livello ottimale?
«Non esiste la “pressione fiscale giusta”. Può esistere solo un buon equilibrio tra pressione fiscale e funzionamento delle amministrazioni pubbliche, tra pressione fiscale e welfare. Questo è il problema italiano: abbiamo una pressione fiscale ai livelli del centro-Europa, ma amministrazioni e welfare che funzionano molto peggio». 

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