LA PROPOSTA DI DECURTARE I PRIMI MESI DI PENSIONE COME ALTERNATIVA ALL’AUMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE
UN’IDEA INTERESSANTE, CHE HA PERÒ IL DIFETTO DI NON CONTRIBUIRE AD ALZARE IL TASSO DI OCCUPAZIONE NELLA FASCIA 60-65, COME CI CHIEDE L’UNIONE EUROPEA
Messaggio pervenuto il 12 maggio 2011, cui segue una mia risposta – In proposito v. anche, su questo sito, la proposta bipartisan Cazzola-Ichino per favorire la prosecuzione del lavoro degli over 65
Professore,
la “finestra mobile” frutterà un risparmio di cassa di 2,7 mld (stima INPS). Questo risparmio non è stato finalizzato a investimenti od obiettivi definiti . Pertanto, nel perimetro della strategia anti-crisi esso appartiene ancora alla prima fase emergenziale,cioè di mero contenimento della spesa. Tale fase si caratterizza per le inevitabili conseguenze deflattive e impedisce tuttora una ripresa economica (recente rapporto del Fmi sull’ Italia ).
L’inerzia del PD (eccetto qualche sfogo estemporaneo e frammentario di Bersani) su tutto ciò lo espone verso i lavoratori a un’impressione di inerte confusione, o addirittura di subalternità. Nessuno dell’ opposizione contesta al direttore dell’INPS ( che rivendica per il governo l’equità della finestra mobile ) la beffa all’altrui intelligenza di tale affermazione.
Nessuno prova nemmeno a controproporre – per esempio – una decurtazione percentuale sui primi 30 assegni mensili pensionistici , a favore di un fondo generale pro-occupazione e sviluppo, da definire e concordare tra le parti sociali. Forse proposte di tal sorta urterebbero la suscettibilità dei neo-liberisti bipartisan alla moda (peraltro indifferenti all’epistemiologia dirigista delle politiche pensionistiche). Se almeno ci ricordassimo del nostro passato,di quando -come disse Pertini- grazie agli antichi socialisti un secolo fa “le plebi divennero popolo”, non lasceremmo che ora esse diventino pecore.
Giorgio Gragnaniello – Napoli.
L’idea della decurtazione dei primi trenta assegni mensili, come alternativa all’innalzamento dell’età pensionistica, è interessante. Però, ha un difetto: non contribuisce ad alzare il tasso di occupazione nella fascia 60-65, che invece è considerato (con ragione) dall’Unione Europea un obiettivo da perseguire. A me sembra meglio, semmai, come in Svezia, la finestra di libera scelta tra i 62 e i 67 anni, con forte incentivo a prolungare l’attività lavorativa e con possibilità non soltanto di pensionamento in età intermedia, ma anche di pensionamento parziale, combinato con prosecuzione di lavoro part-time.
La ringrazio comunque di questo messaggio, che conservo nella cartella delle contestazioni intelligenti e costruttive. (p.i.)