LA RIFORMA BRUNETTA, L’INTESA DEL 4 FEBBRAIO E LA CGIL

QUALI SONO GLI EFFETTI DELL’ACCORDO GOVERNO/SINDACATI SU VALUTAZIONE E PREMI NEL SETTORE DEL PUBBLICO IMPIEGO E PERCHÉ LA CONFEDERAZIONE DI CORSO D’ITALIA NON L’HA FIRMATO

Lettera pervenuta il 28 aprile 2011, a seguito della pubblicazione del mio editoriale sul Corriere della sera nella rubrica Lettera sul lavoro, del 7 febbraio 2011, sull’intesa tra Governo e Sindacati del 4 Febbraio – Segue la mia risposta

Egregio Senatore Pietro Ichino,
relativamente al suo articolo apparso sul Corriere della Sera del 7 Febbraio scorso sull’intesa Governo-Sindacati del 4 Febbraio. La polemica conclusione del suo articolo era: “La CGIL Funzione Pubblica si astiene dal sottoscrivere la presente Intesa non perché sottovaluti il positivo rilievo dell’azzeramento delle perniciose velleità del ministro Brunetta in materia di valutazione della performance individuale e di struttura ma perché dissente dalla sostanziale assoluzione che con l’Intesa stessa gli viene accordata dalle organizzazioni sindacali firmatarie: compito di ogni sindacato degno di questo nome è battersi fino all’ultimo sangue contro tutti i governi di centrodestra e rifiutare di contribuire a qualsiasi accordo con essi, quale che ne sia il contenuto.”
Proponiamo alcuni fatti all’attenzione del senatore:
1. ad oggi, l’accordo di cui parlava non ha prodotto alcuna abrogazione né alcuna modifica di applicazione per la legge Brunetta (d.lgs 150/2009), in particolare per il famigerato Art. 19, implementazione della definizione di fannullone tanto cara al ministro, che vede questa etichetta affibbiata con certezza al 25% dei dipendenti;
2. ad oggi, l’accordo di cui il Senatore parlava vede le firme istituzionali del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro della Funzione Pubblica, di alcune organizzazioni sindacali (CISL, UIL, UGL su tutte), ma non la firma del ministro dell’economia e delle finanze Tremonti.
3. in questi giorni, la Funzione Pubblica ribadisce alle amministrazioni la necessità di applicare la legge Brunetta. In alcuni casi, l’avviso del Ministero ha provocato la non approvazione degli accordi per l’assegnazione del salario accessorio (vedasi i contratti integrativi 2009 e 2010 dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), causando non pochi disagi per il personale coinvolto.
Ad oggi, la legge Brunetta, che ricordiamo essere una legge dello Stato, è totalmente immutata dall’accordo di cui sopra, che certo non ha valenza di legge. Al più esso può essere visto come un insieme di desiderata, come un testo di indirizzo politico. Se non sarà seguito da azioni concrete, rimarrà lettera morta. La nostra organizzazione aveva letto in tal senso l’intesa e, ritenendola del tutto priva di effetti, aveva rifiutato di apporvi la firma. A nostro modo di vedere, l’Intesa avrebbe provocato con ogni probabilità solo titoloni sui giornali e strumentalizzazioni politiche. Nessuna conseguenza, invece, per i lavoratori. Purtroppo, i fatti di cui sopra ci hanno dato ragione.
Gradiremmo quindi un qualche commento dal Senatore in tal senso, speriamo con un’enfasi e una visibilità comparabile a quella dell’articolo citato.
Ernesto Filoni (Coordinatore Nazionale – Comitato d’Ente Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – FLC CGIL)

Da questa lettera si trae l’idea che la Cgil condivida gli obiettivi dell’intesa del 4 febbraio, ma intenda giustificare il fatto di non averla sottoscritta con l’osservazione secondo cui l’intesa stessa non avrebbe il potere di modificare la legge. Se così fosse, però, la Cgil non avrebbe dovuto sottoscrivere neanche il Memorandum del 2007 con il ministro della Funzione pubblica del Governo Prodi, Luigi Nicolais; e invece la Cgil quell’intesa la firmò. Donde la conferma dell’ultima parte del mio articolo del 7 febbraio sul Corriere, sopra riportata: in realtà la Cgil non ha firmato questa nuova intesa solo perché il Governo attuale è di centrodestra.
Sta di fatto, comunque, che qualsiasi intesa tra Governo e sindacati, in materia di impiego pubblico, è suscettibile di produrre effetti molto rilevanti anche se non porta a una modifica della legge vigente: essa infatti influisce direttamente sul comportamento del Governo nell’attuazione della legge e sottolinea comunque l’orientamento che il Governo fa proprio, sia sul piano legislativo sia su quello amministrativo. Nel caso dell’intesa del 4 febbraio, come ho rilevato nell’articolo sul
Corriere citato sopra, si manifesta l’acquiescenza del Governo nei confronti di due richieste dei sindacati della Funzione pubblica: la disattivazione del meccanismo premiale previsto nella legge Brunetta e la restituzione della funzione della valutazione delle performances degli  uffici a organismi composti pariteticamente dal management pubblico e dai sindacati stessi, proprio come previsto nel Memorandum Nicolais del 2007. Il primo dei due punti è già di fatto attuato, anche perché la disattivazione del meccanismo premiale pervisto dalla legge Brunetta era stata già avviata con la manovra di Tremonti dell’estate scorsa; il secondo punto effettivamente richiederebbe una modifica della legge n. 15/2009 e del d.lgs. n. 150/2009, ma è comunque molto significativo che il ministro abbia sottoscritto un’intesa diretta in senso nettamente contrario alla legge di riforma che porta il suo nome.   (p.i.)

 

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