AL LETTORE CHE MI CONTESTA INCOERENZA RISPETTO ALLA LINEA DEL PD RISPONDO: “HO ACCETTATO IL MANDATO PARLAMENTARE ASSUMENDO DUE IMPEGNI: VERSO IL PARTITO CHE HO CONTRIBUITO A FONDARE, LA MASSIMA LEALTÀ NEL VOTO; VERSO I MIEI ELETTORI, CONTINUARE A DIRE E SCRIVERE TUTTO QUELLO CHE PENSO”
Lettera pervenuta il 22 aprile 2011 – A proposito dei referendum sul nucleare e sull’acqua leggi anche, su questo sito, lo scambio di messaggi intercorso tra il 5 e il 9 aprile 2011
Caro senatore,
Personalmente sull’acqua condivido la proposta (e le relative motivazioni) che lei dovrebbe conoscere e che tra l’altro é la posizione ufficiale del Partito Democratico, che per pronta sua revisione le allego. A mia volta mi interesserebbe sapere in base a quali considerazioni giuridiche e/o politiche lei, già prima della recente decisione del Governo sulla moratoria nucleare, [in uno scambio di messaggi intercorso con un altro lettore tra il 5 e il 9 aprile – n.d.r.] aveva aderito alla tesi della destra berlusconiana sulla inutilità del referendum, ancora una volta esprimendo opinioni del tutto opposte a quelle del Partito a cui entrambi apparteniamo, del resto recentemente ulteriormente confermate da Bersani e Franceschini.
Sul fatto poi delle diverse opinioni sul Partito io credo che comunque alla fine del dibattito debba valere il principio che si debbano rispettare e portare avanti le tesi approvate dai legittimi organi dirigenti e non divulgare a mezzo stampa opinioni diverse creando confusione e sconcerto negli elettori e contribuendo all’immagine di un partito diviso e incapace di formulare proposte precise e condivise, senza un preciso programma (come tende a dipingerci la propaganda di destra)
Cordialmente,
G. I.
Quanto al disegno di legge Bersani-Franceschini sull’acqua, esso prevede soltanto – e sacrosantamente! – un rigoroso controllo pubblico sulla gestione del servizio di distribuzione, ma non vieta affatto (anzi, prevede espressamente) che il servizio stesso possa essere affidato, mediante gara, al gestore privato che garantisca la maggiore efficienza. Questo affidamento, invece, non sarà più possibile se (come i promotori del referendum si propongono di ottenere), l’investimento del gestore privato non potrà essere remunerato in misura adeguata. D’altra parte, l’investimento deve essere remunerato anche nel caso in cui a compierlo sia l’ente pubblico: la sola differenza sta nel fatto che in questo caso l’entità della remunerazione – che grava comunque su tutti i contribuenti – può essere molto meno trasparente.
Quanto al secondo punto del messaggio, osservo che l’appartenenza a un grande partito moderno comporta sicuramente il vincolo della disciplina di voto: disciplina che ho accettato e che rispetto rigorosamente nello svolgimento dei miei compiti in Parlamento (la rispetterò anche se il Pd darà, per il referendum, un’indicazione vincolante diversa rispetto a quella che ritengo migliore). L’appartenenza a un grande partito moderno qual è il Pd non comporta invece, e non può comportare, un vincolo di uniformità di pensiero: nello stesso partito devono poter convivere e confrontarsi idee diverse, anche su temi sui quali il partito medesimo abbia assunto una posizione ufficiale. Questo accadeva persino nel Pci; si figuri se non può accadere anche e soprattutto nel Partito democratico. Ciò che conta è che una effettiva coesione interna del partito ne garantisca l’unità nel momento in cui si esprime il voto, in qualsiasi sede; ma questa unità non è indebolita (anzi, semmai esaltata) dal fatto che essa sappia manifestarsi senza alcuna compressione della libertà di pensiero, ed eventualmente di dissenso, di tutti gli iscritti e in particolare di tutti i militanti.
Questo è il patto sul quale si è esplicitamente fondata l’accettazione da parte mia della candidatura alle elezioni della primavera 2008, e che da allora si legge nella home page del mio sito: “Ora ho accettato il mandato parlamentare assumendo due impegni: verso il partito che ho contribuito a fondare, la massima lealtà nel voto; verso i miei lettori ed elettori, continuare a dire, scrivere e proporre in modo chiaro e diretto tutto quello che penso”. (p.i.)