NELLA NOSTRA CULTURA DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO DEVONO ENTRARE ANCHE LE TECNICHE DI PREVENZIONE DEI DISTURBI PSICHICI GENERATI DALLO SVOLGIMENTO DELLE MANSIONI IN AZIENDA: E’ IMPORTANTE CHE IL NUOVO OBBLIGO, DI FONTE UE, NON SI TRASFORMI IN UN PESO BUROCRATICO E IMPRODUTTIVO
Nota sull’attuazione dell’accordo-quadro europeo 8 ottobre 2004
Dal 1° gennaio 2011 i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti, per effetto di un accordo-quadro europeo dell’8 ottobre 2004, recepito dall’Italia il 9 giugno 2008, a valutare i rischi per la salute legati allo stress da lavoro dei propri dipendenti. A norma dell’accordo-quadro sono state predisposte delle guidelines per il corretto adempimento di questo obbligo. E’ molto alto il rischio che nelle aziende italiane questo nuovo obbligo sia vissuto come fonte di un ennesimo quanto inutile costo burocratico. Invece nel tessuto produttivo post-industriale lo stress da lavoro è diventato un rischio professionale sempre più diffuso, che è possibile in qualche misura prevenire. Rinvio in proposito a questi miei scritti:
– la relazione che ho tenuto al Congresso mondiale di medicina del lavoro del giugno 2006, The Changing Structure and Contents of the Employers’ Responsibility for Health and Safety at Work in Post-Industrial Systems;
– le slides di una mia lezione al Dottorato in Scienze del Lavoro dell’Università di Milano dell’11 marzo 2008, Mobbing e Straining: due nuovi rischi professionali;
– la mia relazione a un convegno milanese del 3 maggio 2007 su La responsabilità contrattuale del datore di lavoro in materia di mobbing e straining.