LOTTA AL SOMMERSO: ARMIAMOCI E PARTITE!

COSA NE E’ DEL PIANO STRAORDINARIO DI CONTRASTO AL LAVORO SOMMERSO NELL’EDILIZIA E NELL’AGRICOLTURA DEL SUD? L’INTERO PROGETTO SEMBRA AFFONDARE, SENZA UNA CHIARA SPIEGAZIONE DI COME VENGANO UTILIZZATI I FONDI DESTINATI ALLE RISORSE ISPETTIVE

Interrogazione al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, 6 dicembre 2010, redatta sulla base della documentazione fornita da Ispettori del Lavoro Associati-ILA – Seguono la risposta del Ministro Sacconi, datata 15 aprile 2011, e una mia replica

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA n. 4-04225
presentata dal Senatore Pietro Ichino il 6 dicembre 2010
al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali

Premesso che:
– nel Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria il 28 gennaio 2010 veniva approvato un Piano Straordinario di contrasto al lavoro sommerso nell’edilizia e nell’agricoltura, con l’obiettivo di implementare le azioni di controllo e di contrasto in quattro Regioni – Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – attraverso la costituzione di gruppi operativi specifici, composti da ispettori del lavoro, ispettori dell’INPS e militari dell’Arma dei Carabinieri;
 – tale Piano prevedeva l’impiego di 550 risorse ispettive: 500 ispettori già presenti nelle Regioni interessate, 50 provenienti da altre Regioni;
– veniva contestualmente previsto lo stanziamento di €1.900.000 per il trattamento di missione e le spese di viaggio, vitto e alloggio, per una durata complessiva di 200 giornate, più precisamente così ripartito: €1.500.000 per spese di vitto ed alloggio, €50.000 per spese viaggio per 4 viaggi annui, €350.000 per il rimborso degli spostamenti interni attraverso l’utilizzo del mezzo proprio e indennità di missione;
– con nota della Direzione Generale Risorse Umane ed Affari Generali del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali del 15 aprile 2010 veniva avviata una procedura di interpello, volta a sondare la disponibilità del personale ispettivo degli Uffici periferici del Ministero ad essere temporaneamente assegnato presso gli Uffici delle Regioni oggetto dell’intervento;
– nella medesima nota si precisava che il personale aderente alla procedura di interpello « […] sarà assegnato con provvedimento di distacco su base volontaria […] » e che pertanto « […] non sono previsti rimborsi relativamente alle spese sostenute dagli interessati per il viaggio, il vitto e l’alloggio. Saranno invece regolarmente attribuiti i buoni pasto spettanti sulla base dell’attività lavorativa svolta, ed altresì rimborsati, in quanto sottoposti a trattamento di missione, gli oneri per le trasferte all’interno della regione rispetto alla sede di assegnazione temporanea […] »;
– il 16 settembre 2010 due funzionari ispettivi della Direzione Provinciale del Lavoro di Reggio Calabria, uno dei quali temporaneamente assegnato all’Ufficio calabrese nell’ambito del Piano Straordinario di controllo, sono stati aggrediti fisicamente nel comune di Careri da due imprenditori agricoli nel corso di un accesso ispettivo svolto senza il supporto delle Forze dell’Ordine;

si chiede di sapere:

– se e come siano stati impiegati i fondi, pari a €1.550.000, destinati al rimborso delle spese dagli appartenenti alla suddetta task force per viaggio, vitto ed alloggio;
– se siano sempre state rispettate, in tutti gli Uffici coinvolti nel Piano Straordinario, le modalità operative dell’azione di controllo straordinaria, che prevedono la realizzazione di accessi ispettivi effettuati congiuntamente da ispettori del lavoro, ispettori dell’INPS e militari dell’Arma dei Carabinieri;
– se, considerati i risultati positivi comunque conseguiti – periodicamente resi noti dall’Ufficio stampa del Ministero del Lavoro – per l’aumento di controlli sul territorio e per il maggior raccordo tra gli enti di vigilanza coinvolti, sia intenzione del Ministro e del suo Governo continuare a utilizzare la modalità operativa della task force impiegandola in altre realtà particolarmente complesse quali, per esempio, il distretto di Prato (per la forte presenza di aziende extracomunitarie, rispetto alla quale appare assolutamente insufficiente il numero delle unità ispettive presenti nella Direzione Provinciale del Lavoro di quella città), ovvero i cantieri per la realizzazione dell’EXPO 2015 di Milano (rispetto al quale la relazione al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia, riferita al primo semestre 2010, ha evidenziato l’alto numero di aziende mafiose individuate, in particolare di provenienza calabrese).

RISPOSTA DEL MINISTRO MAURIZIO SACCONI

 Scarica la risposta del Ministro Sacconi

APPUNTO: ARMIAMOCI E PARTITE!
La lotta al lavoro nero finanziata a spese (personali) degli ispettori

1-      Il ministro non risponde a tono. Sulla genesi e sui risultati della Task Force attivata nel Mezzogiorno a seguito di una seduta del Consiglio dei Ministri straordinariamente tenutasi a Reggio Calabria il 28 gennaio dello scorso anno, nessuna obiezione era stata sollevata nell’interrogazione. La questione sollevata riguardava lo stanziamento effettivo e il modo in cui sono state utilizzate le risorse destinate a coprire le spese del personale ispettivo partecipante all’iniziativa. Su questo punto la risposta del Ministro è del tutto reticente.
      Il ministro precisa che trentacinque funzionari provenienti da regioni del Centro-Nord sono stati assegnati ad alcune zone a rischio della Puglia, Calabria e Campania, con provvedimento di distacco volontario, e che ad essi è stata riconosciuta «la regolare attribuzione dei buoni pasto», nonché «il rimborso degli oneri per le trasferte ispettive». Quali siano questi oneri non è, tuttavia, chiarito nella risposta; di certo, vi sono ricompresi l’indennità oraria di missione (pari a 0,86 euro orari) e il rimborso delle spese inerenti all’uso del mezzo proprio (pari a un quarto del costo della benzina). Questi ultimi costi, stando al comunicato ufficiale emanato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tuttora reperibile sul suo sito ufficiale, dovevano essere pari a € 350.000, rispetto al totale di € 1.900.000 che, sempre stando al comunicato, era destinato al personale ispettivo impiegato nella
Task Force. Ora, sottraendo dal suddetto totale la somma di € 350.000 residua una differenza di € 1.550.000, che era la somma complessivamente riservata al rimborso delle spese di vitto e alloggio del personale ispettivo, nonché alle spese di viaggio (per quattro viaggi annui) da questo sostenute.  L’interrogazione si riferiva a questo milione e mezzo di euro; e su questo la risposta del ministro glissa.
      Delle due l’una: o il ministro non è in grado di spiegare come sono state impiegate queste somme delle quali dopo il Consiglio dei ministri di Reggio Calabria del gennaio 2010 era stato annunciato con grande enfasi lo stanziamento (e questo non è un bene, trattandosi di danaro pubblico), oppure, nonostante l’annuncio, queste somme non sono mai state effettivamente stanziate: il che costituirebbe un ennesimo capitolo della “politica dell’annuncio” cui non seguono i fatti, alla quale questo Governo ci ha abituati. Se le cose stanno così – come pare debba desumersi dalla risposta del ministro – questo significa che gli ispettori impegnati nella Task force, hanno dovuto tirar fuori di tasca propria la maggior parte di quanto necessario per l0 svolgimento della missione, per esempio pagandosi da sé il viaggio di andata e quello di ritorno.
      
2-      Riguardo alla situazione di Prato vi è da dire, a fronte delle condivisibili notazioni proposte dal ministro, che essa è stata ritenuta critica dallo stesso dicastero del Lavoro, al punto che in questi giorni è stata avviata una procedura di distacco che vedrà impegnati, fino a fine anno, tre funzionari ispettivi, in aggiunta a quelli già operanti presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Prato. Spiace notare che, ancora una volta, sono stati espressamente esclusi i rimborsi per le spese di viaggio, vitto ed alloggio sostenute dagli ispettori interessati dal distacco. Anche in questo caso, dunque, sembra sia stato seguito il motto “armiamoci e … partite!”.
     
3-      Dispiace, infine, la reticenza della risposta del ministro sul più grande cantiere attualmente aperto in Italia, quello dell’EXPO di Milano, che costituisce una realtà complessa non soltanto per la presenza di aziende extracomunitarie, bensì anche per l’infiltrazione di italianissime aziende in odore di ‘ndrangheta, come emerso dalla relazione che la DIA ha presentato al Parlamento. Ci auguriamo che questa reticenza non sia dovuta a ragioni elettorali, vista la campagna in corso per il rinnovo del Consiglio comunale di Milano, o, peggio, all’idea che la riduzione dei controlli costituisca condizione necessaria per il successo di un’impresa o di un “grande evento”.
      L’auspicio è che il ruolo del personale ispettivo del Ministero del Lavoro – le cui capacità e competenze proprio in questa iniziativa di lotta al sommerso sono state tanto evidenziate quanto mal sostenute e compensate dall’amministrazione di appartenenza – possa essere nel prossimo futuro fortemente valorizzato, secondo quanto previsto dalla riforma dei Servizi Ispettivi in materia di lavoro e previdenza sociale del 2004, disegnata da Marco Biagi, anche mediante il debito stanziamento delle risorse necessarie (reperibili col taglio degli sprechi che si registrano in altri comparti della stessa amministrazione) nonché mediante il trasferimento al ruolo di assistente dell’ispettore di molte migliaia di dipendenti pubblici oggi male o per nulla utilizzati nell’ambito delle amministrazioni del lavoro o di altre amministrazioni.   (p.i.)

 

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