RIFORMA ELETTORALE: PERCHE’ DIVIDERSI?

UN LETTORE SI CHIEDE IL MOTIVO DELLA PROLIFERAZIONE DI APPELLI SU PROPOSTE DIVERSE PER LA RIFORMA ELETTORALE, IN UNA SITUAZIONE NELLA QUALE L’URGENZA DEL CAMBIAMENTO SUGGERIREBBE SEMMAI DI UNIRSI SUPERANDO I PARTICOLARISMI – GLI RISPONDO INDICANDO COME INTENDIAMO MUOVERCI PER UNIRE IL PIU’ POSSIBILE IL FRONTE DEI FAUTORI DI UNA RIFORMA VERA E PER EVITARE CHE QUESTA APPAIA COME VOLUTA DA UNA PARTE POLITICA CONTRO UN’ALTRA

Lettera di Giuseppe Giolitti pervenuta il 9 settembre 2010 – Segue la mia risposta

Caro Pietro,
ho subito aderito al Manifesto per l’Uninominale lanciato dalle pagine del Corriere della Sera il 28 agosto scorso da te con Mario Baldassarri, Antonio Martino, Marco Pannella e numerosi altri esponenti di diverse forze politiche di maggioranza e opposizione. E ho apprezzato la tua Scheda tecnica, che aiuta a capire la faccenda e vede con interesse niente meno che il sistema australiano. Le reazioni che si sono manifestate in poche ore alla tua iniziativa (il sondaggio di Sky-tg24 ha registrato il parere favorevole dell’86% dei partecipanti, mentre una analoga iniziativa del sito del Corriere della Sera, ancora in corso, è giunto fino a un picco del 90,7% di sostegni)  danno speranza, perché sembrano mostrare che, a quasi vent’anni dal referendum elettorale stravinto nel 1993 con il 92,3% di “sì” e subito tradito, il popolo italiano non si è rassegnato ancora.
Solo che, dopo aver visto questo appello, e avervi aderito, scopro da Repubblica che ce n’è un altro, promosso da Libertà e Giustizia, nella persona di Gustavo Zagrebelsky, il presidente onorario, con tutto l’ufficio di presidenza dell’Associazione, con l’obiettivo di raccogliere firme per una legge di iniziativa popolare composta di due soli articoli: il primo che dichiara abrogata l’attuale legge elettorale, il secondo che stabilisce il ritorno alla legge precedentemente in vigore. Zagrebelsky mi pare persone molto seria e giurista di indiscutibile competenza.
Quale sarà la ragione della presenza di due appelli? L’uno ancora non si pronuncia sull’altro, ma forse dovrà giungere questo momento. Quanti dei firmatari dell’uno sanno dell’esistenza dell’altro? C’è chi ha firmato tutti e due? Se fosse così, andrebbe fatta una tara sul numero complessivo di adesioni.
Segnalo però una differenza significativa tra i due appelli: per aderire a quello di Ichino, Baldassarri, Martino e Pannella si deve dare un contributo a partire da un minimo di 2 euro. E devo dire che questa cosa, che per quel che mi consta è nuova,  mi piace,  mi sembra un invito ad agire a ragion veduta, seriamente, e mettendoci qualcosa.
Ora però mi domando se questa moltiplicazione è un buon segno o si tratta di frantumazione, ancora una volta una corsa a distinguersi invece di confluire?
Cordialmente
Pepe

UNIRE IL PIU’ POSSIBILE, PER DARE VOCE AI QUATTRO QUINTI DI ELETTORI CHE VOGLIONO SCEGLIERE NON SOLO I PARLAMENTARI, MA ANCHE LA COALIZIONE CHE DOVRA’ GOVERNARE
Caro Pepe,
vorrei rassicurarti sul punto che ci sono ampi margini di convergenza possibile tra gli obiettivi del Manifesto per l’Uninominale, di cui sono  primo firmatario, e quelli dell’appello di Libertà e Giustizia su Repubblica, al quale aggiungo la lettera dei cinquanta costituzionalisti pubblicata da Repubblica e Corriere della Sera l’8 settembre scorso: dobbiamo chiarire i punti di una possibile convergenza – che può coinvolgere la grande maggior parte dei firmatari di tutte le mozioni – e valorizzarli. E’ mio impegno prioritario nei giorni prossimi – insieme a Giovanni Guzzetta, Gustavo Zagrebelsky, Angelo Panebianco, Augusto Barbera, Giovanni Sartori, Stefano Ceccanti e tanti altri politologi e costituzionalisti, lavorare perché questa convergenza incominci a concretarsi e poi si consolidi, in modo che si possa dar vita a un movimento davvero trasversale, ampio e robusto, capace di produrre il risultato che tutti ci auguriamo. Non contro questo o contro quello, ma con il contributo e il consenso della maggior parte possibile delle forze in campo, come si conviene in una materia quasi-costituzionale quale è questa (è evidente che una riforma concepita essenzialmente in chiave anti-berlusconiana soffrirebbe dello stesso vizio di origine di cui soffre la legge elettorale del 2005, voluta e concepita in chiave anti-prodiana; e non avrebbe comunque alcuna probabilità di essere approvata in questa legislatura). L’obiettivo è e deve restare quello di unire tutti coloro – e sono almeno quattro quinti degli italiani, come tu stesso ricordi – che vogliono assicurare agli elettori il potere di scegliere non solo il partito o coalizione cui spetta di governare il Paese, ma anche la persona che intendono eleggere. Darò conto sul sito di tutte le iniziative che promuoveremo a questo scopo.
Grazie del tuo sostegno!
Pietro

 

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