LICENZIAMENTO ECONOMICO: COME EVOLVE IL DIRITTO VIVENTE

La disciplina del recesso del datore di lavoro per giustificato motivo oggettivo, dalla legge n. 604/1966 alla sentenza della Corte costituzionale del settembre 2018

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Slides utilizzate per la r
elazione svolta al convegno promosso a Modena il 27 settembre 2018 dalla Scuola di Alta Formazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili in collaborazione con la Fondazione Biagi  – In argomento v. anche La questione di costituzionalità della nuova disciplina dei licenziamenti e Dialogo tra un economista e un giurista sulla riforma dei licenziamenti   Continua…

LA SENTENZA DELLA CONSULTA NON SCALFISCE L’IMPIANTO DEL JOBS ACT

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IL MINISTRO SENZA MEMORIA

Più ancora che i modi tracotanti e i toni truculenti (“gli autori del Jobs Act sono assassini politici”) con cui il neo-ministro del Lavoro cerca visibilità mediatica, è preoccupante la sua presunzione di poter governare l’Italia ignorandone totalmente la storia lontana e quella recente

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Articolo pubblicato su
Il Foglio il 26 settembre 2018 – In argomento v. anche Se Di Maio ripristina la Cig per le aziende che chiudono  Continua…

“UN AIUTO PREZIOSO PER CAPIRE GLI ANNI ’70 E ’80”

“[…] E in questo momento in cui portare avanti le idee in cui credo (per semplificare, quelle del Pd riformista) è una grande fatica, soprattutto nel dialogo con gli altri, questo libro è una fonte di fiducia che spinge ad andare avanti senza chiusure […]”

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Lettera pervenuta il 24 settembre 2018 – Le altre lettere, recensioni e commenti a
La casa nella pineta sono raccolte nella pagina dedicata al libro
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LA CULTURA DELLA SPESA PUBBLICA COME VARIABILE INDIPENDENTE

Con i loro atteggiamenti infantili nei confronti del ministro Tria, M5S e Lega invece del “cambiamento” perseguono il ritorno a uno degli aspetti peggiori della prima Repubblica: l’idea che il ricorso al debito possa essere illimitato

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Intervista a cura di Paolo Volonterio, pubblicata con alcuni tagli per ragioni di spazio sul bisettimanale
Il Cittadino di Monza e Brianza, 22 settembre 2018 – Sulla politica del lavoro e del welfare del partito di maggioranza relativa v. pure la mia intervista a Italia Oggi dell’aprile scorso, Ancora sul M5S e la sua battaglia di retroguardia 

 

Il Lions club Seregno Brianza di cui è presidente Massimo Giardina, giovedì 20 settembre, ha organizzato un interessante meeting culturale con Pietro Ichino, 69 anni, giurista, dal 2008 e per 10 anni è stato senatore della Repubblica Italiana fino al 2018 e dal marzo scorso ha ripreso l’insegnamento all’Università Statale di Milano l’insegnamento del diritto del lavoro. L’evento era all’interno di un intermeeting con i Lions club Aid Seregno , Borromeo di Cesano Maderno e Desio.

Professor Pietro Ichino, che cosa l’ha spinta a scrivere il suo ultimo libro, La casa nella pineta (Giunti ed.), che ha presentato giovedì a Giussano?
Ho sentito il bisogno, e al tempo stesso il dovere, di dar conto degli eventi straordinari attraverso i quali sono passato in mezzo secolo di vita adulta, dal ’69 all’ “autunno caldo”, agli anni di piombo nei quali sono stato un bersaglio dei terroristi; e anche degli incontri straordinari che l’hanno segnata, da Don Lorenzo Milani a Bruno Trentin, a Pietro Ingrao e Giorgio Napolitano. Fa parte del “dovere di restituire”.

Un’immagine dell’incontro in margine al quale è stata fatta l’intervista

Venendo all’attualità, qual è il suo parere sul progetto del “reddito di cittadinanza” che il M5S ha posto al centro del proprio programma elettorale e ora si propone di realizzare?
Il nome è sbagliato: con questo termine si intende una rendita che viene erogata dallo Stato a ogni persona, senza altro requisito se non quello della cittadinanza. È una cosa che esiste soltanto in Alaska, per ragioni molto particolari. Quello che propone il M5S è invece uno schema sostanzialmente simile a quello del “Reddito di Inserimento”, condizionato a una situazione di povertà della persona interessata e alla sua disponibilità a partecipare alle iniziative necessarie per l’inserimento o reinserimento nel tessuto produttivo.

Dunque lei è favorevole a questo progetto?
Il M5S propone, sostanzialmente, un notevole aumento dell’entità del sussidio erogato e un ancor più rilevante ampliamento della platea dei beneficiari. Se ci fossero le risorse per farlo, chi potrebbe non essere d’accordo? Il problema è che le risorse sono molto scarse. E quando parlo di risorse scarse non mi riferisco soltanto al denaro, ma anche al know-how operativo per far funzionare davvero la condizionalità dell’erogazione: cioè per rendere effettivo il vincolo della disponibilità del beneficiario alle iniziative necessarie per la rioccupazione.

Cosa pensa del taglio dei vitalizi ai parlamentari definito da Tito Boeri “sistema insostenibile”?
Concordo pienamente con quello che ha detto Tito Boeri. Penso che su questo terreno in passato siano stati commessi degli eccessi gravi, non soltanto dal Parlamento ma anche e forse ancora di più dai Consigli Regionali. Correggere quegli eccessi è giusto, anzi politicamente indispensabile per ricostruire un rapporto di fiducia tra gli elettori e gli eletti. Nelle proposte del M5S vedo però anche qualche cosa di troppo: una volontà di “punizione” indiscriminata di tutti gli ex-parlamentari in quanto tali. Questo intendimento non fa bene né al sistema politico né a quello economico.

A proposito di politica economica, che cosa pensa delle pressioni di Lega e M5S sul ministro Tria perché “trovi i fondi necessari” per attuare i loro programmi a tutti i costi?
Ne penso molto male: con questi atteggiamenti infantili, M5S e Lega invece del “cambiamento” perseguono il ritorno a uno degli aspetti peggiori della prima Repubblica: la cultura della spesa pubblica come variabile indipendente. È la cultura che ha portato ai duemila miliardi del nostro debito attuale.

Sulla legge Fornero vede un certo ripensamento di Salvini?
Non è chiaro se la Lega fa propria la proposta di Alberto Brambilla, consistente in misure che favoriscano la nascita di “fondi di solidarietà” di settore, come quelli dei settori bancario e assicurativo, finanziati principalmente dalle imprese interessate, destinati a consentire il prepensionamento dei sessantenni nelle situazioni di crisi aziendale. Se così fosse, vorrebbe dire che sul terreno pensionistico la Lega ha abbandonato la linea della “soppressione della riforma Fornero”. E sarebbe una gran bella notizia per il Paese: basterebbe questa per abbassare lo spread di una ventina di punti.

Qual è il suo pensiero sulla proposta del ministro di imporre la chiusura domenicale dei negozi?
Ho esposto dettagliatamente in un articolo pubblicato su lavoce.info i nove motivi per cui sono contrario a questa misura. Su questo terreno mi sembra che si debba lasciar operare la contrattazione collettiva. Una eventuale norma legislativa che imponesse la chiusura, del resto, sarebbe comunque derogabile da parte del contratto collettivo aziendale o territoriale.

Problema Olimpiadi invernali , Milano-Cortina, L’Italia può sopportare una simile spesa nelle condizioni in cui si trova, dopo che Roma ha già rinunciato ?
Questi grandi eventi, se gestiti bene, hanno un bilancio complessivamente positivo per l’economia del Paese.

 

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N. 484 – 17 settembre 2018

SE DI MAIO RIPRISTINA LA CIG PER LE AZIENDE CHE CHIUDONO…
Un progetto insensato e regressivo, comunque incompatibile con il “reddito di cittadinanza”, anche nella sua versione recente più realistica e sensata. Il sedicente “Governo del cambiamento” punta, in realtà, al ripristino di una delle forme peggiori di assistenzialismo dell’Italia degli anni ’70 e ’80: leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi.
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APPUNTI SU IMPROVVISAZIONI E RIPENSAMENTI DI LEGA E 5S

Ora il partito di Salvini sembra riscoprire i fondi di solidarietà di settore regolati dalla legge Fornero come alternativa positiva all’abrogazione della stessa legge: un ripensamento assai opportuno; pessimo invece quello di Di Maio, che sacrifica il progetto di lotta alla povertà in favore della reintroduzione della Cig per le aziende che chiudono

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Intervista a cura di Andrea Carugati, pubblicata su
la Stampa del 17 settembre 2018 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico Se Di Maio ripristina la Cig per le aziende che chiudono Continua…

SE DI MAIO RIPRISTINA LA CIG PER LE AZIENDE CHE CHIUDONO

Il “Governo del cambiamento” punta, in realtà, al ripristino di una delle forme peggiori di assistenzialismo dell’Italia degli anni ’70 e ’80

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 484, 17 settembre 2018 – In argomento, oltre all’articolo di Antonio Polito citato nel testo, v. anche Cinque stelle per cinque contraddizioni Continua…

A CACCIA DI PROFETI: NOTIZIE INEDITE E PREZIOSE SU PADRE ACCHIAPPATI

“[…] Lei ha parlato di Padre Giuseppe Acchiappati come nessuno, a mia conoscenza, lo aveva fatto prima […] Ho tratto dalla lettura del libro la certezza che in Italia esistono ancora delle forze vive, uomini e donne di gran valore e moralità, che possono imprimere al nostro Paese una nuova dinamica di cui oggi più che mai esso ha bisogno […]”

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Lettera di Gianantonio Acchiappati, nipote di Padre Giuseppe Acchiappati, pervenuta il 9 settembre 2018 – Le foto della baita e della cappellina di Barmasc, riprodotte nella seconda parte del post, sono allegate alla lettera – Gli altri commenti, lettere, recensioni, foto e documenti relativi a La casa nella pineta sono raccolti nella pagina web dedicata al libro   Continua…

BEL MONDO ANTICO, IL GOVERNO DELLA NOSTALGIA

Per il futuro dell’Italia i Cinque Stelle sognano, in sostanza, un ritorno al passato degli anni ’60 e ’70: una società chiusa, nella quale metà dell’economia era gestita dallo Stato, il quale copriva generosamente i disavanzi di bilancio di gran parte delle nostre aziende maggiori

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Fondo di Antonio Polito sul Corriere della Sera del 13 settembre 2018

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