Il leader della Lega, alla rincorsa di un consenso diffuso ma volatile, rischia di perdere quello della propria base tradizionale, che vede ora con grande preoccupazione la prospettiva di un isolamento dell’Italia rispetto alla UE
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 483 – Gli altri articoli e documenti sul tema del nuovo spartiacque fondamentale della politica mondiale sono raccolti nel portale dedicato al tema stesso
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Affidare al giudice il controllo sul “giustificato motivo” di assunzione a termine o di licenziamento equivale a burocratizzare le scelte imprenditoriali, o esporle a una elevata incertezza dell’esito della verifica giudiziale. Più trasparente ed efficace la tecnica del “filtro automatico”
Articolo pubblicato su lavoce.info il 24 luglio 2018 – In argomento v. anche la mia intervista Perché reintrodurre la “causale” per i contratti a termine è un errore Continua…
Il buon giornalismo è fatto anche di coerenza e capacità di autocritica: due virtù che si richiedono a giornali e giornalisti esattamente come loro le esigono dai politici e dai sindacalisti
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Articolo pubblicato sul quotidiano il Foglio il 24 luglio 2018 – In argomento v. anche La vicenda della Fiat e i media senza memoria
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Le misure approvate dal Governo per frenare i contratti a termine sembrano destinate soltanto ad aumentare il contenzioso giudiziale, mentre un effetto opposto allo scopo perseguito potrebbe essere prodotto dal forte aumento degli indennizzi per i licenziamenti nei rapporti stabili
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Articolo pubblicato sul sito lavoce.info il 5 luglio 2018 – In argomento v. anche La dignità del lavoro non dipende dall’inamovibilità e Il decreto volatilità Continua…
Si torna ad azionare i “tabelloni rotanti” della legislazione del lavoro, per il gusto del cambiamento purchessia
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Editoriale telegrafico pubblicato sul quotidiano Il Foglio il 4 luglio 2018 – In argomento v. anche La dignità del lavoro non dipende dall’inamovibilità Continua…
Al contrario, per certi aspetti l’eccesso di protezione della stabilità del “posto” talvolta favorisce una perdita di dignità del lavoro
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Editoriale pubblicato dal Corriere della Sera il 3 luglio 2018 – In argomento v. anche La lotta al precariato e le buone intenzioni che lastricano le vie dell’inferno e Consigli non richiesti al ministro del Lavoro Continua…
I conti in tasca al prospettato taglio delle “pensioni d’oro” per aumentare le minime e qualche considerazione sui costi dei troppi annunci programmatici inconsulti del G0verno
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 481, 25 giugno 2018 – Sullo stesso tema v. anche il mio editoriale telegrafico del 7 novembre 2015
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Attuare la disciplina costituzionale della contrattazione collettiva nazionale con efficacia erga omnes, come qualcuno oggi torna a proporre, ci riporterebbe a un sistema di relazioni industriali nel quale la categoria sindacale, definita dall’ordinamento statuale, preesiste al contratto collettivo invece che esserne originata
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Articolo in corso di pubblicazione nel volume di Scritti in onore di Roberto Pessi, Il diritto del lavoro e la sua evoluzione, ed. Giappichelli, anticipato sul settimanale della diocesi di Pistoia La Vita, 25 giugno 2018 – In argomento v. pure I paradossi e l’ingiustizia del contratto collettivo nazionale
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C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è anche almeno un altro motivo per salutarla come un fatto non del tutto negativo
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 480, 6 giugno 2018 – In argomento v. anche gli editoriali precedenti: La volatilità dei consensi elettorali non è a senso unico, del 9 aprile scorso, e Due cose che ci mancano per una buona alternanza al governo
Esultanza di M5S e Lega in Senato dopo la lettura del risultato del voto di fiducia al Governo Conte
E così, con la fiducia del Parlamento, la nave giallo-verde è salpata. Un secondo giorno di festa della Repubblica, questo 6 giugno: perché ogni volta che una nuova maggioranza si avvicenda pacificamente al governo del Paese è un successo del metodo democratico. Un successo tanto più apprezzabile quanto più siamo andati vicini, alla fine di maggio, a una situazione di stallo pericolosissima per la nostra democrazia ancora molto giovane. C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è almeno un altro motivo per salutarla con favore: solo l’esperienza dell’avere in mano le leve del potere può far maturare una cultura politico-economica più evoluta nella vasta parte dell’elettorato che per questa svolta ha votato. Quel voto è stato l’effetto in Italia dello stesso vento anti-establishment che ha soffiato vigorosamente, negli ultimi tempi, su entrambi i lati dell’Atlantico: un vento che – lo abbiamo già sottolineato – nell’Occidente sviluppato può considerarsi come una sorta di “rimbalzo” dopo vent’anni di impetuosa globalizzazione, rafforzato in Italia dalla gelata della spesa pubblica conseguente alla crisi del 2011, che è stata vissuta da molti come un sopruso antidemocratico. Senza un’esperienza dei rappresentanti di questa corrente di opinione al timone della cosa pubblica, il vento anti-establishment sarebbe stato destinato a trasformarsi in rancore sordo, in una forma di odio politico che ottunde ogni possibilità di confronto delle idee. Ora invece i sostenitori del Governo giallo-verde saranno costretti a chiedersi perché esso abbia espunto recisamente dal proprio programma ogni minaccia di uscita dall’euro; tra poche settimane saranno costretti a chiedersi perché, conseguentemente, le promesse del reddito di cittadinanza, del “superamento della legge Fornero” sulle pensioni, e dell’Irpef per tutti al 20 per cento non possono essere mantenute. E il porsi queste domande favorirà il ritorno a un dibattito politico meno fazioso.
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Il primo passo per garantire ai lavoratori delle piattaforme online alcune protezioni essenziali può consistere nell’applicarle sulla base della tecnologia utilizzata, indipendentemente dalla loro qualificazione come autonomi o subordinati
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Articolo pubblicato su lavoce.info il 1° giugno 2018, in preparazione dell’incontro dal Festival dell’Economia di Trento del giorno successivo – In argomento v. anche i due miei precedenti articoli pubblicati sullo stesso sito, I diritti del lavoro nella gig economy, del 13 aprile, e Il diritto del lavoro nell’epoca di Internet e dei robot, del 19 settembre 2017
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