LA POLARIZZAZIONE TRA FORTI E DEBOLI NEL MERCATO DEL LAVORO E I COMPITI DI UNA SINISTRA MODERNA

KRUGMAN INSEGNA: LA FASCIA MEDIA NON NASCE DA SOLA, LA CREA UNA POLITICA REDISTRIBUTIVA

Articolo di Marco Leonardi, ricercatore di economia politica presso il Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare nell’Università degli Studi di Milano, pubblicato il 13 giugno 2008 su il Riformista.

     Paul Krugman ha parlato festival di Trento di democrazia e mercato, ma il suo lavoro più interessante di questi ultimi anni è l’ultimo libro, The Conscience of Liberal. È il suo primo libro da commentatore politico più che da economista. Ed è un libro straordinariamente interessante anche per l’Italia. Non per l’argomento, che riguarda l’aumento delle disuguaglianze negli Stati Uniti ma per l’approccio politico ad un tema così importante, ma questo lo vedremo all’ultimo.
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BRUNETTA E GLI SPRECHI: UNA SCOMMESSA BI-PARTISAN

 

Articolo di Luca RICOLFI pubblicato da La Stampa il 15 giugno 2008.
Con la cortese autorizzazione dell’Autore lo propongo qui per mostrare i molti punti di contatto tra il disegno di legge presentato dal PD il 5 giugno scorso e la parte più rilevante del programma annunciato dal neo-ministro della Funzione pubblica. Su questi punti, se ai proclami Renato Brunetta farà seguire fatti coerenti, credo che il difficile impegno in Parlamento e nel Paese possa e debba essere bi-partisan. (p.i.)
 

     Il ministro Brunetta vola nei sondaggi. La sua idea di combattere gli sprechi e le inefficienze della Pubblica Amministrazione piace agli italiani, ed è un bene che sia così: la riduzione della spesa pubblica improduttiva, infatti, è l’unica vera carta che il governo ha in mano per far ripartire la crescita. Se il governo fallisce su questo, non ci saranno risorse né per ridurre le tasse, né per modernizzare le infrastrutture, né per completare lo stato sociale, ossia per asili nido, ammortizzatori sociali, politiche contro la povertà.
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ALITALIA, GATTUSO E LA PARABOLA DEI TALENTI

ABBANDONARE L’IDEA CHE TUTTI DEBBANO ESSERE COPERTI INTEGRALMENTE CONTRO IL RISCHIO DELL’INEFFICIENZA: UN’IDEA CHE DERESPONSABILIZZA LE PERSONE E IMPOVERISCE IL SISTEMA

Articolo di Andrea Ichino pubblicato su il Sole 24 Ore il 6 giugno 2008

Può forse passare inosservato ciò che accomuna le resistenze deI sindacati degli statali alla trattativa sulla riforma del pubblico impiego e il manifesto contro il mercatismo e le globalizzazione del Ministro Tremonti, che ha la sua prima traduzione pratica nella protezione a oltranza dell'”italianità” di Alitalia. Entrambi questi comportamenti proteggono persone e realtà economiche che il mercato non reputa meritevoli di protezione.  Ciò che accomuna queste posizioni ricorda il comportamento del servo pigro nella Parabola dei Talenti (Matteo, 25,14-30).
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ALL’ECONOMIA ITALIANA SERVE DI PIU’ UN FISCO ORIENTATO A INCENTIVARE IL LAVORO DELLE DONNE

Articolo di Alberto Alesina e Andrea Ichino pubblicato su il Sole 24 Ore – 3 giugno 2008

 

Una serie di proposte in discussione e di iniziative fiscali del nuovo governo potrebbe avere conseguenze notevoli dirette ed indirette sull’occupazione femminile. Come sappiamo la bassa partecipazione al lavoro delle donne è una caratteristica dell’economia italiana che molti considerano un handicap grave per il nostro Paese. Il complesso di questo pacchetto di riforme potrebbe allontanare ancora di più le donne dal mercato del lavoro.
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PERCHE’ SPOSTARE LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA DAL LIVELLO NAZIONALE A QUELLO MACRO-REGIONALE

L’EFFETTO POSITIVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO TRA AZIENDE DIVERSE PRESUPPONE LA POSSIBILITA’ DI FORTI INTERAZIONI TRA DI ESSE

Articolo di Andrea Ichino pubblicato dal Sole 24 Ore il 24 maggio 2008

Le macro regioni, che a volte travalicano i confini politici degli Stati, hanno ormai identità economiche ben più definite delle Nazioni stesse. Lo dimostra una crescente letteratura economica che prende il nome di New Economic Geography (Overman and Puga, Economic Policy, 2002). Ma mentre in tutto il mondo i sistemi di relazioni industriali si avviano in modo sempre più deciso su questa strada, in Italia resiste una anacronistica contrapposizione tra contrattazione collettiva aziendale e nazionale.
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IL VANTAGGIO DEL GOVERNO-OMBRA NELLA POLITICA DEL LAVORO

PARTE IL NEGOZIATO FRA LA CONFINDUSTRIA E I SINDACATI SULLA STRUTTURA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA: IL POSSIBILE RUOLO DEL GOVERNO E QUELLO DEL PD, TRA FALCHI E COLOMBE

Pubblicato su l’Unità il 18 maggio 2008

             Giovedì prossimo l’assemblea degli industriali insedierà alla presidenza di Confindustria Emma Marcegaglia. Poco dopo si avvierà il negoziato con Cgil, Cisl e Uil per la riforma della rappresentanza sindacale e della struttura della contrattazione collettiva. Le tre confederazioni proporranno come base di discussione il documento sul quale hanno raggiunto l’accordo nei giorni scorsi e che sarà discusso nei luoghi di lavoro nei giorni prossimi: sul primo punto, nuove regole per una misurazione precisa della rappresentatività di ciascuna organizzazione; sul secondo, più spazio alla contrattazione aziendale, per far crescere i salari legandone una parte maggiore ai risultati. Confindustria si presenterà alla trattativa proponendo uno spostamento ancora più deciso del baricentro della contrattazione verso le aziende.

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AVVICINARE IL DIRITTO AL MONDO DEL LAVORO REALE

IL PROBLEMA DELLA SCOLLATURA TRA L’ORDINAMENTO STATUALE E IL SENSO COMUNE DIFFUSO NELLE AZIENDE
Articolo pubblicato su Il Giornale – 5 maggio 2008

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COME PUO’ MATURARE LA SVOLTA

Articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 27 aprile 2008 

           Devo una risposta all’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere di ieri, ai numerosi articoli comparsi su altri giornali nei giorni scorsi, alle centinaia di messaggi che mi sono pervenuti, dopo la mia risposta negativa alla proposta di Silvio Berlusconi di assumere la carica di ministro del Lavoro nel suo governo. In questi messaggi di amici e sostenitori, circa due terzi esprimono pieno consenso (in qualche caso con motivazioni che non condivido, perché venate di manicheismo politico); gli altri esprimono dissenso e talvolta anche delusione. È soprattutto a questi ultimi che voglio rispondere.
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PERCHE’ NON POTREI FARE IL MINISTRO DEL LAVORO NEL GOVERNO DEL PDL

16 aprile 2008

Oggi sul Giornale Livio Caputo parla di questa possibile proposta. Rispondo qui, come ho già fatto pubblicamente in diverse occasioni: un mio coinvolgimento nel Governo di Silvio Berlusconi non è pensabile, per le profonde differenze che dividono il suo programma da quello del Partito che ho contribuito a fondare e nelle cui liste sono stato eletto.
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IL SIGNIFICATO DI QUESTE ELEZIONI

15 aprile 2008

Dal risultato del voto di questi giorni possono trarsi alcune indicazioni nette: 1. la destra oggi in Italia è maggioranza, “senza se e senza ma”; 2. la vecchia sinistra non rappresenta più se non una parte molto marginale della società civile (che non è, comunque, la parte più debole e povera del mondo del lavoro); 3. il Partito Democratico, appena nato, ha saputo raccogliere da solo un terzo dei voti degli italiani. Non è poco: una grande forza politica, solidamente democratica, portatrice di nuovi contenuti e nuovi metodi politici, impegnata per il progresso del Paese. Ma, come è evidente, non possiamo accontentarci di questo.
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