QUANDO LA CASA BRUCIA

APPUNTI SU STATO E MERCATO, IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI

Saranno pubblicati sul Magazine del Corriere della Sera del 16 ottobre 2008

1. ‑ Quando la casa brucia, prima spegni l’incendio; solo dopo cerca chi lo ha causato. ‑ 2. Se è la casa del tuo vicino che brucia, ti conviene aiutarlo a spegnere l’incendio anche se per questo non sarai pagato. ‑ 3. Quando va a fuoco la casa, persino il liberista più incallito è contento che arrivino i pompieri dello Stato a sirene spiegate. – 4. Finito il loro lavoro i bravi pompieri lasciano il campo. – 5. Dopo l’incendio, però, anche il liberista più incallito accetta volentieri regole di sicurezza più rigorose, e che i pompieri ne controllino severamente il rispetto.

NOTE IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI – LA LIBERA CONCORRENZA NON ESISTE ALLO STATO DI NATURA

IL MERCATO CONCORRENZIALE E’ UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ECONOMIA MOLTO SOFISTICATA (E VULNERABILE), CUI SI ARRIVA AL CULMINE DI UN’EVOLUZIONE PLURIMILLENARIA

Articolo che uscirà su il Riformista il 13 ottobre 2008 

All’origine c’era l’economia agricola di sussistenza; nel medioevo l’economia curtense; poi, con la prima rivoluzione industriale, i grandi mercati monopolistici, seguiti dai sistemi keynesiani ad alta partecipazione statale nell’industria e nelle banche. Un mercato veramente concorrenziale non esiste “allo stato di natura”: ci si arriva solo al culmine di questa evoluzione. Continua…

LA RAPPRESENTANZA DIMENTICATA

GLI OSTACOLI ALL’ACCORDO SULLA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA SONO SUPERABILI.  E, IN QUESTO MOMENTO DI CRISI GRAVE, SUPERARLI E’ NECESSARIO

Articolo pubblicato su la Repubblica del 5 ottobre 2008         

          Un sistema di relazioni sindacali che funziona bene è un grande gioco a somma positiva. Esso, producendo accordo e cooperazione, consente che si ingrandisca la “torta” da spartire; e la distribuisce in modo che tutti ci guadagnino. Nel momento attuale di gravissima crisi economica e finanziaria mondiale, il nostro Paese – già da tempo in affanno – avrebbe un estremo bisogno di attivare questo gioco a somma positiva. Ecco perché non possiamo rassegnarci al collasso del sistema di relazioni sindacali, che invece conseguirebbe a un fallimento del negoziato in corso tra Confindustria e confederazioni sindacali maggiori. Continua…

CHE COSA ACCADE SE NON SI ACCORDANO?

APPUNTI SUL DIFFICILE NEGOZIATO PER LA RIFORMA DELLA STRUTTURA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 settembre 2008

        Una parte della Cgil è convinta che sia sbagliato proprio l’obiettivo di fondo della trattativa aperta nel maggio scorso dai sindacati confederali con la Confindustria: cioè l’aumento del ruolo della contrattazione aziendale, per legare la retribuzione all’andamento dell’impresa, con corrispondente riduzione del salario negoziato al livello centrale. Così stando le cose, qualsiasi accordo venga raggiunto con questo negoziato, esso sembra destinato a essere considerato da quella corrente sindacale come una sconfitta. Per evitare la spaccatura, la segreteria della Cgil è andata alla trattativa indicando questo obiettivo: aumentare il ruolo della contrattazione aziendale, senza però ridurre il ruolo del contratto collettivo nazionale, che anzi va difeso. Ma, finché la torta da spartire non aumenta, come si fa a dare più spazio alla contrattazione aziendale, se non a spese di quella nazionale? Continua…

CHI VUOLE DAVVERO IL DECENTRAMENTO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E CHI NO?

CHE COSA ACCADE SE L’ACCORDO NON SI FA E COME SI PUO’ EVITARE IN EXTREMIS QUESTO ESITO

Articolo pubblicato nel numero di settembre della rivista Arel – Europa Lavoro Economia

        Una parte della Cgil è convinta che sia sbagliato proprio l’obiettivo di fondo della trattativa aperta nel maggio scorso dai sindacati confederali con la Confindustria: cioè l’aumento del ruolo della contrattazione aziendale, della porzione di retribuzione negoziata al livello dell’impresa, con corrispondente riduzione della porzione negoziata al livello centrale. Così stando le cose, qualsiasi accordo venga raggiunto con questo negoziato, esso sembra destinato a essere considerato da quella corrente sindacale come una sconfitta. Per evitare la spaccatura tra le due anime della Cgil, la sua segreteria è andata alla trattativa indicando questo obiettivo: occorre aumentare il ruolo della contrattazione aziendale, senza però ridurre il ruolo del contratto collettivo nazionale, che anzi va difeso. Ma come si fa a dare più spazio alla contrattazione aziendale se non a spese di quella nazionale? Continua…

LE RESPONSABILITA’ DEL CENTRO-DESTRA NELLA CRISI DI ALITALIA: UN ARTICOLO DI TRE ANNI FA

QUANDO E’ IL GOVERNO AD APPOGGIARE IL SINDACALISMO DETERIORE, CHE PRODUCE SOLTANTO SCIOPERI E NESSUN ACCORDO

Questo mio articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera il 22 agosto 2005

        Prima di bollare come “inaudita” la scelta di Alitalia di interrompere le relazioni sindacali con il sindacato autonomo Sult (1) – come ha fatto sabato ‑ il ministro del lavoro Maroni avrebbe fatto bene a chiedersi se non ci sia qualche cos’altro di inaudito nel nostro panorama nazionale delle relazioni sindacali. Continua…

L’ARROGANZA E LA MIOPIA: UN ARTICOLO DI QUATTRO ANNI FA

LE RESPONSABILITA’ DEL MANAGEMENT E QUELLE DEL SINDACATO NELLA CRISI DI ALITALIA

Questo mio articolo è stato pubblicato sul Corriere della sera del 26 agosto 2004

        Rischio grave di fallimento, necessità di una ristrutturazione aziendale molto incisiva, incapacità del sistema di relazioni sindacali di produrre un accordo su di una strategia capace di superare la crisi: questa oggi è la sintesi della drammatica situazione in cui versa la nostra compagnia aerea di bandiera. Continua…

CRISI ALITALIA, SPECCHIO DELLA CRISI DI UN INTERO SISTEMA

I NODI AL PETTINE DI UN DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI GRAVEMENTE DIFETTOSO

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 21 settembre 2008

        L’applauso dei piloti e degli assistenti di volo, a Fiumicino, alla notizia della rottura della trattativa con la nuova compagnia Cai, col conseguente probabile fallimento di Alitalia, non è un “episodio paradossale”, come qualcuno ha detto: in realtà lo si può spiegare facilmente. Quelli che hanno applaudito fanno conto sull’intervento di una Cassa integrazione guadagni o su di un trattamento di disoccupazione speciale erogato proprio per consentire loro di attendere con calma il nuovo lavoro. Qualcuno dovrà pure, prima o poi, far volare gli aerei sulle nostre rotte al posto di Alitalia; e piloti e personale di volo non si sostituiscono così facilmente.
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MENTRE LA SCUOLA, COME IL TITANIC, AFFONDA …

QUESTIONI FUTILI E QUESTIONI CRUCIALI PER IL RILANCIO DEL NOSTRO SISTEMA SCOLASTICO

Articolo di Andrea Ichino (andrea.ichino@unibo.it) pubblicato da Il Sole 24 Ore il 12 settembre 2008

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PERCHE’ SULLE P.A. OCCORRE UN IMPEGNO BIPARTISAN

L’ASSENTEISMO ABUSIVO E’ SOLO UN SINTOMO DI INEFFICIENZA, MA NON IL PIU’ IMPORTANTE

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 9 agosto 2008 

          Quella dell’agosto 2006 fu una vera esplosione che sorprese tutti. Nel giro di pochi giorni il Corriere venne sommerso da migliaia di messaggi che rispondevano ai miei primi articoli sui “nullafacenti” statali, dicendo quasi tutti la stessa cosa: è ora di voltar pagina, è urgente, è indispensabile. La cosa più sorprendente fu che tre quarti di quei messaggi venivano dalle file stesse dell’impiego pubblico: a gridare la propria esasperazione, più ancora che i cittadini vessati dalle amministrazioni inefficienti, erano gli impiegati bravi, quelli che soffrono la doppia ingiustizia di essere pagati (poco) esattamente come quelli che non lavorano e di essere accomunati a questi nel discredito generale.
Continua…

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