IL FUTURO DEL WELFARE NEL “LIBRO VERDE” DEL MINISTRO SACCONI

UN DISIMPEGNO STRISCIANTE RISPETTO AL SISTEMA DI PROTEZIONE SOCIALE VIGENTE, IN DIREZIONE DI UN SISTEMA CENTRATO SULL’AUTORESPONSABILITA’ DEI SOGGETTI

Commento del prof. Maurizio Cinelli (studio@mauriziocinelli.it), destinato alla rivista Diritto della Sicurezza Sociale

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SCENARI DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

LE STRATEGIE DELL’ULTIMO QUINDICENNIO A CONFRONTO – UNA VERSIONE RAFFINATA DELLA STRATEGIA DEL “CONTRATTO UNICO”

Relazione introduttiva al seminario della Scuola di Politica che si è tenuto a Bertinoro il 4 settembre 2008, pubblicata nella rivista ItalianiEuropei, n. 4/2008. Seguono gli interventi sul di Pierpaolo Baretta e di Paolo Nerozzi (pubblicati anch’essi nella stessa rivista).

Sommario ‑ 1. Chi vuole il superamento del mercato del lavoro duale e chi no. ‑ 2. Le strategie che lasciano inalterata la disciplina attuale del rapporto di lavoro subordinato ordinario. A) L’estensione a tutti della protezione forte. ‑ 3. B) La strategia dello “Statuto dei Lavori”. ‑ 4. Un inciso sul contenuto assicurativo del rapporto di lavoro e i suoi costi. ‑ 5. Le strategie che prevedono la modificazione della disciplina attuale perché la sua applicazione possa essere generalizzata. Il possibile ruolo del PD nella promozione del new deal. ‑ 6. Ipotesi riconducibili all’idea del “contratto unico”. A) Il progetto Boeri-Garibaldi. B) Il progetto Leonardi-Pallini. – 7. Segue. C) Una soluzione più radicale, sulla linea della flexicurity. ‑ 8. Alcune obiezioni e le relative repliche. Alcuni esempi di come opera il firing cost. ‑ 9. Considerazioni conclusive: due enormità contrapposte che possono sorreggersi a vicenda.

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UN CONTESTO RIFORMATORE PER UNA PROPOSTA RIFORMISTA

Intervento di Pier Paolo Baretta – deputato del PD, già Segretario nazionale della Cisl – pubblicato sulla rivista Italianieuropei, n. 4/2008 

C’è urgente bisogno di un nuovo diritto del lavoro che garantisca pari opportunità in ingresso e superi il dualismo attuale del nostro tessuto produttivo. E a questo scopo la proposta di riunificazione dei rapporti di lavoro in un unico tipo legale capace di soddisfare le esigenze di flessibilità del sistema e quelle di sicurezza dei lavoratori è convincente. Ma la riforma deve coniugarsi con un rilancio del modello partecipativo e con un rafforzamento del ruolo della contrattazione collettiva; e non deve sottovalutare i rischi di scollatura tra il nuovo disegno legislativo e il Paese reale, con le sue dinamiche talvolta perverse.

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PRECARIATO E FLESSIBILITA’ IN ITALIA: RAGIONI E SOLUZIONI.

Intervento di Paolo Nerozzi – senatore del PD, già Segretario nazionale della Cgil – pubblicato sulla rivista Italianieuropei, n. 4/2008 

Un PD che scelga di coltivare fino in fondo l’ambizione di un soggetto a vocazione maggioritaria dovrà necessariamente declinare questa sua ambizione in un incontro fecondo con il mondo del lavoro, dovrà entrare davvero in sintonia con il malessere profondo che lo attraversa e farsi portatore di un’idea unificante, che comprenda la difesa delle garanzie acquisite e la loro estensione, il recupero del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni e, più in generale, una rinnovata strategia per lo sviluppo dell’Italia.

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LA QUESTIONE DELL’INEFFETTIVITA’ DEL NOSTRO DIRITTO DEL LAVORO

AUMENTO DELLE DISUGUAGLIANZE E SCOLLATURA TRA SISTEMA DELLE PROTEZIONI E REALTA’ DEL TESSUTO PRODUTTIVO, NELL’ERA DELLA POLARIZZAZIONE PLANETARIA DELLA FORZA-LAVORO

     Intervento di Pietro Ichino al congresso annuale dell’Associazione Italiana di diritto del lavoro e della sicurezza sociale, Modena, 19 aprile 2008. E’ in corso di pubblicazione nel n. 3/2008 della Rivista italiana di diritto del lavoro.

      Abstract – Il contributo muove dalla constatazione della grave scollatura tra ordinamento giuslavoristico statuale e realtà del tessuto produttivo, per sottolineare la necessità di una semplificazione del diritto del lavoro al fine di aumentarne l’effettività. Si osserva come l’ineffettività del diritto del lavoro sia destinata ad aumentare per effetto del fenomeno – di dimensioni planetarie ‑ della polarizzazione della forza-lavoro; e si propone la prospettiva di un diritto del lavoro dedicato a contrastare efficacemente questo fenomeno.


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Sommario: 1. Il diritto del lavoro di fronte alla polarizzazione del tessuto produttivo e all’aumento della disuguaglianza. – 2. La scollatura tra ordinamento statuale e realtà del tessuto produttivo. ‑ 3. La strategia del Governo Prodi contro il diritto del lavoro duale e il suo limite. – 4. Il rischio dell’eccesso della pretesa regolatoria: la nuova disciplina del recesso del lavoratore. – 5. Segue. L’ineffettività della disciplina inderogabile del mercato endo-aziendale dell’elasticità o flessibilità del tempo di lavoro. ‑ 6. Necessità di semplificazione del diritto del lavoro al fine di aumentarne l’effettività. Il requisito della “copertura conoscitiva” delle riforme legislative. – 7. La prospettiva di un diritto del lavoro dedicato a contrastare efficacemente la polarizzazione della forza-lavoro.

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CHE COSA IMPEDISCE AI LAVORATORI DI SCEGLIERSI L’IMPRENDITORE

Le nuove frontiere delle politiche del lavoro nell’era della globalizzazione
Relazione di Pietro Ichino al convegno su “Il lavoro: valore, significato, identità, regole”
Bologna, 20-21 giugno 2007

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SOMMARIO ‑ 1. La protezione migliore contro lo sfruttamento e l’arbitrio del più forte. – 2. Rovesciare la regola di Marshall-Hicks. – 3. Una nuova chiave di lettura del mercato del lavoro nella quale sono (anche) i lavoratori a scegliere e “ingaggiare” l’imprenditore. – 4. Le obiezioni all’idea dei lavoratori che ingaggiano l’imprenditore. Il limite del divieto di concorrenza. Il tramonto del divieto dello storno di dipendenti. – 5. Breve censimento delle forme possibili dell’“ingaggio” dell’imprenditore da parte dei lavoratori. ‑ 6. La grande contraddizione tra l’insoddisfazione per l’imprenditoria indigena e la chiusura nei confronti delle alternative che si offrono su scala mondiale. – 7. Alfa e omega: due modelli di sindacato e di politiche del lavoro. – 8. Quando i lavoratori si precludono l’ingaggio dell’imprenditore migliore: il caso delle ferrovie. – 9. Segue. Il caso Alitalia. ‑ 10. Segue. Il caso dell’Alfa Romeo di Arese. – 11. Segue. I casi analoghi verificatisi di recente per la gestione delle autostrade, nel settore bancario, nella vicenda Telecom. – 12. Importanza della volontà e dell’attitudine a valutare il piano industriale e, se del caso, a scommettere su di esso. – 13. Poter negoziare a 360 gradi anche al livello aziendale, per poter “ingaggiare” l’imprenditore migliore. – 14. I “paletti” a difesa del vecchio modello standard nazionale contro i modelli nuovi di impresa. ‑ 15. Un modo diverso di guardare alla questione dello sviluppo del lavoro regolare nel Mezzogiorno. – 16. Il vero problema: l’enorme aumento delle disuguaglianze di produttività e quindi di reddito tra i lavoratori. – 17. Perché può essere pericolosa l’idea di una minorità ontologicamente propria del lavoro subordinato.

 

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WHAT PREVENTS WORKERS FROM CHOOSING THEIR EMPLOYER

New labour policies frontiers in the globalization era
January 2008

SUMMARY
1. Reversing the Marshall-Hicks rule. – 2. Where workers have an interest in competition between entrepreneurs in the labour market ‑ 3. A new key to the interpretation of the labour market: the workers, too, choose and hire their employer. – 4. The objections to the idea of workers hiring the employer. The limit of the prohibition of competition. The sunset of the prohibition of approaching and hiring the competitor’s employees – 5. The great contradiction between the discontent with domestic entrepreneurs and the refusal of the alternatives available on a global scale. – 6. Alpha and Omega: two models of trade-union and of labour policies. – 7. When workers prevent themselves from hiring the best employer: the cases of Italian railways and of Alitalia. The case of Alfa Romeo and some other Italian cases. – 8. The importance of the attitude to evaluating the industrial plan and, if suitable, to betting on it. – 9. Bargaining at the plant level, without limits and boundaries, as an indispensable means for the hiring of the best employer by workers and their benefiting from innovation. – 10. The logic of the centralizing strategy and the fences protecting the old national standard pattern against new enterprise models. – 11. A new way to look at the development of regular employment in depressed areas. – 12. The main problem: the huge increase in workers’ income and productivity inequality. – 13. Why the idea of a subordinate worker’s legal incapacity can be harmful.

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LE QUESTIONI APERTE IN MATERIA DI LICENZIAMENTO PER GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO

Intervento di Pietro Ichino al convegno dell’Associazione Italiana di Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale – Venezia, 25 maggio 2007

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1. ‑ Delle tre belle relazioni introduttive, mi sollecita a intervenire soprattutto quella sulla disciplina del licenziamento e soprattutto la parte di essa in cui Luca Nogler si propone di definire l’ambito e i limiti del controllo giudiziale sul recesso per motivo oggettivo. Secondo questa costruzione il giudice deve, innanzitutto, controllare che l’atto non contrasti con un divieto posto da una legge speciale; deve inoltre controllare che esso sia “veritiero”, cioè veramente motivato da scelte organizzative effettive, corrispondenti a quelle enunciate.

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LA STABILITA’ DEL LAVORO E IL VALORE DELL’UGUALIANZA

Relazione al convegno dell’Accademia dei Lincei su “Il nuovo volto del diritto italiano del lavoro”
Roma, 13-14 dicembre 2004

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SOMMARIO: 1. Un quesito cruciale in tema di uguaglianza: è giusto licenziare il lavoratore inefficiente? ‑ 2. La stabilità del rapporto di lavoro come garanzia dell’eguaglianza. ‑ 3. Eguaglianza vs. parità di trattamento. ‑ 4. Uguaglianza e parità di trattamento vs. libertà di impresa. ‑ 5. Il licenziamento del lavoratore inefficiente alla luce dei tre principi costituzionali. ‑ 6. La stabilità del lavoro regolare come fattore di diseguaglianza. ‑ 7. La crisi del vecchio dispositivo egualitario. ‑ 8. Segue. Un meccanismo ostile verso i più sfortunati. ‑ 9. Come si incarna una opzione egualitaria “rawlsiana” nel sistema occidentale di mercato del XXI secolo.

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L’ANIMA LABURISTA DELLA LEGGE BIAGI

Subordinazione e “dipendenza”nella definizione della fattispecie di riferimento del diritto del lavoro

Relazione di Pietro Ichino al convegno del Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro “Domenico Napoletano” su “Nuovi lavori e tutele”
Napoli, 28-29 gennaio 2005

Perché era prevedibile (e previsto) fin dall’inizio che il d.lgs. n. 276/2003 avrebbe finito col costituire l’arma migliore in mano al Governo Prodi per combattere l’abuso del lavoro precario.

 

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SOMMARIO ‑ I. – La ratio della nuova norma: svincolare il diritto del lavoro dalla subordinazione. ‑ 1. Le due anime della riforma. ‑ 2. La questione se il bisogno di tutela nasca dall’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo o dalla sua posizione di “dipendenza”. ‑ 3. La svalutazione dell’assoggettamento della prestazione al potere direttivo del creditore come elemento essenziale della fattispecie nella costruzione di Mario Napoli. ‑ 4. La ratio severa della nuova norma e le difficoltà della sua traduzione in atto. ‑ II. La law in action: come funzionerà di fatto la nuova norma. ‑ 5. L’interesse produttivo temporalmente limitato come nuovo discrimine decisivo, almeno sul piano dell’azione amministrativa. ‑ 6. L’effetto pratico della riforma: l’assoggettamento pieno al potere direttivo non è più necessario perché si applichi il diritto del lavoro nella sua versione più incisiva ‑ 7. Una facile profezia: l’alto rischio che ancora una volta i furbi finiscano coll’essere premiati. ‑ III. La law in the code: alcuni problemi interpretativi e una nuova prospettiva sistematica. – 8. Una lettura logica del primo comma dell’art. 61, coerente con l’intendimento pratico del legislatore. ‑ 9. Il tentativo di superare contraddizioni e sofferenze della nuova norma, nella lettura sofisticata proposta da Marcello Pedrazzoli che la svuota di significato pratico. ‑ 10. L’opzione per la lettura più rigorista e l’argomentazione proponibile in difesa della sua compatibilità con la Costituzione. ‑ 11. Il rischio di ineffettività della riforma e il rischio che il nuovo “Statuto dei lavori” segni un ritorno indietro.

 

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LA RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE DEL DATORE DI LAVORO IN MATERIA DI MOBBING E STRAINING

Comunicazione di Pietro Ichino al Convegno su “Mobbing. problematiche, effetti, soluzioni” – Milano, 3 maggio 2007
(trascrizione dalla presentazione orale registrata)

 

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HARASSMENT AND WORKERS’ PSYCHIC HEALTH PROTECTION

JURIDICAL RESPONSIBILITY FOR WORKERS’ HEALTH AND SAFETY IN THE POST-INDUSTRIAL SYSTEM

SUMMARY
1. The enlargement of the labour law application area in the post-industrial system. ‑ 2. The enormous growth of differences in productivity between workers and its consequences on the employer’s safety obligation. – 3. Depressive disorders as a typical professional risk in the post-industrial system and the employer’s prevention responsibility. – 4. Harassment in the work-place as a typical pathologic consequence of the de-standardization of jobs. The specific employer’s prevention responsibility in this field. – 5. A conclusive remark.

The structure of employers’ juridical responsibility for workers’ health and safety has undergone several transformations in the passage from industrial to post-industrial system, i.e. from a system essentially focused on the production of material goods to a system essentially focused on the production of immaterial goods: information, new ideas, projects, services, design, and so on. I’ll try to outline the main changes in the structure of this juridical responsibility.

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