“[…] La casa nella pineta è il libro della Milano città operaia e al tempo stesso città borghese […] di una borghesia radicata in un cattolicesimo manzoniano, poco esibito, poco bigotto, anche al suo interno dialogico: quello […] dove stavano insieme due persone diversissime come don Giussani e Padre Turoldo […]”
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Trascrizione dell’intervento di Elio Franzini, Rettore dell’Università degli Studi di Milano, nel corso della presentazione de La casa nella pineta promossa a Milano dal Centro Culturale Milanese l’11 dicembre 2018 – È online anche l’intervento svolto da me nella stessa occasione – Tutte le recensioni e gli interventi sullo stesso libro sono facilmente accessibili attraverso la pagina web ad esso dedicata
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Come ogni anno, dopo quel tragico 19 marzo 2002, anche martedì prossimo si svolgerà a Bologna la staffetta simbolica in bicicletta dalla stazione ferroviaria a via Valdonica 14, per ricordare l’ultimo ritorno a casa di Marco Biagi
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Locandina contenente l’invito alla manifestazione del 19 marzo 2019 – Sono online su questo sito anche quella dell’anno scorso – Su Marco Biagi e la “sua” legge v. la mia intervista all’Agenzia ADN Kronos Sedici anni dalla morte di Marco Biagi
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Bruna Ingrao mi scrive dopo aver letto i dialoghi con suo padre e con Bruno Trentin riportati ne La casa nella pineta: “[…] sentivano il partito come un canale di comunicazione e di formazione essenziale nella democrazia. Pur senza nessuna nostalgia per il PCI di un tempo, oggi che questo canale partitico è così usurato, ne sentiamo i guasti”
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Lettera di Bruna Ingrao del 20 febbraio 2019 – Sulla figura di suo padre v. anche I 100 anni di Pietro Ingrao; su quella di Bruno Trentin v. il ricordo di Giuliano Cazzola a nove anni della morte nonché il mio Dialogo sul lavoro con lui, pubblicato su lavoce.info nel maggio 2003 Continua…
“[…] In questo libro la storia personale diviene storia collettiva, in grado di affascinare anche il lettore non così vicino alle vicende di casa Pellizzi-Ichino; […] un volume ove si intersecano intimità familiare e vissuto dell’intero nostro paese […]”
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Recensione de La casa nella pineta a cura di Martino Liva, pubblicata sul numero di gennaio di Appunti di Cultura e Politica, rivista bimensile curata dall’Associazione Città dell’Uomo, fondata da Giuseppe Lazzati, ed. Morcelliana – Tutte le altre recensioni sono facilmente reperibili attraverso la pagina web dedicata al libro Continua…
Come questo prete irrequieto, cui erano state mozzate le orecchie e il naso nel corso di uno scontro, abbia accusato l’Arcivescovo di Milano di essersi comprato la carica e, davanti ai vescovi riuniti in sinodo, abbia affrontato la prova del fuoco con dubbio successo, per qualche danno subito, senza comunque riuscire a disarcionare il prelato
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Secondo estratto da Pietro Verri, Storia di Milano, a cura di Renato Pasta, Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri, vol. IV, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2009, pp. 144-148 – Il primo brano è stato pubblicato su questo sito sotto il titolo Non ci lagneremmo cotanto de’ tempi presenti… – La vicenda qui raccontata è ripresa da Enzo Iannacci in una delle sue canzoni più belle, Prete Liprando e il giudizio di Dio – Questo episodio, come il precedente, i tre che seguiranno e numerosi altri contenuti nella Storia di Milano, vengono raccontati dal Verri per mettere in evidenza l’enorme progresso politico e civile compiutosi nel secolo dei Lumi
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«[…] Credo che il mio essere sempre stato un po’ un irregolare, dovunque io abbia militato […], nasca da questo ammonimento di padre Acchiappati: “vai, vedi, frequenta, e poi, dove troverai maggiore sintonia, lì impegnati; però stai attento, perché ti proporranno di trasformare in chiesa il partito. Tu rifiuta sempre questa pretesa”. […]»
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Trascrizione di due miei interventi nel corso della presentazione de La casa nella pineta, svoltasi al Centro Culturale Milanese il 10 dicembre 2018 – È online anche l’intervento svolto da Elio Franzini, Rettore dell’Università degli Studi di Milano, nel corso dello stesso incontro -La trascrizione dell’intero incontro sarà presto disponibile sul sito dello stesso Centro Culturale – Tutti gli altri interventi sul libro svolti in altre occasioni, miei ma soprattutto di altri, recensioni e documenti, sono facilmente reperibili attraverso la pagina al libro stesso dedicata
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Come all’inizio del secolo X l’Imperatore Lamberto, avendo conquistato la città di Milano difesa valorosamente dal Conte Maginfredo, lo abbia fatto decapitare e abbia fatto cavare gli occhi a un suo figlio e un suo genero. E come Ugone, egli pure figlio di Maginfredo, abbia vendicato padre, fratello e cognato ammazzando l’Imperatore
Questo è il primo di una serie di estratti da Pietro Verri, Storia di Milano, a cura di Renato Pasta, Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri, vol. IV, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2009, p. 61. Nelle pagine precedenti del libro si spiega come tra la fine del secolo IX e l’inizio del X si assistesse in Italia alla contesa tra il Re Berengario, incoronato nell’888 da Anselmo, Arcivescovo di Milano, Lamberto, figlio di Guido che era stato incoronato Imperatore da Papa Stefano V, nonché Re Arnolfo di Carinzia, eletto in Germania e incoronato Imperatore da un successivo Papa Formoso. In quelle circostanze, Milano aveva riconosciuto come Imperatore Arnolfo (anche in considerazione di quanto accaduto al conte Ambrogio, il quale, avendo invece rifiutato di consegnargli la città di Bergamo, era stato prontamente impiccato); l’Imperatore Lamberto, però, se n’era avuto a male e, approfittando di un temporaneo ritorno di Arnolfo in Germania, aveva cinto Milano d’assedio e l’aveva conquistata.
Questo episodio insieme a innumerevoli altri – tra i quali quello del “giudizio di Dio” cui nel secolo successivo si sottopone il prete Liprando per dare fondamento alla propria accusa di simonia rivolta contro l’Arcivescovo di Milano, oppure il modo in cui amministrastrava la sua giustizia Galeazzo II Visconti nel Trecento, o il modo in cui in pieno Seicento il Senato milanese accertava i malefici delle streghe e le condannava al rogo, che saranno oggetto delle prossime “puntate” di questa piccola antologia – vengono raccontati dal Verri per mettere in evidenza l’enorme progresso politico e civile compiutosi nel secolo dei Lumi.
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Arbeit macht frei: la perfidia nazista sta nell’uso di questa omonimia per irridere, con la menzione del lavoro nella sua accezione più alta, milioni di persone che proprio attraverso il lavoro nell’altra sua accezione, quella infernale, stanno per percorrere l’ultimo tratto del percorso loro riservato verso lo sterminio
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Slides dell’intervento svolto alla Casa della Cultura di Milano il 27 gennaio 2019, in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria – È online anche il testo dell’intervento – In argomento v. anche Jedem das Seine Continua…
Sotto i regimi liberticidi, la resistenza può assumere forme silenziose e ironiche
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Messaggio dell’avvocato Andrea Pardini, pervenuto il 25 gennaio 2019, in riferimento al mio intervento su Il lavoro che uccide, il lavoro che salva, in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria Continua…
“Come le inquietudini di un cattolicesimo preconciliare si incanalano e diventano feconde di azione sociale e umana”
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Recensione de La casa nella pineta a cura di Giovanna Melis pubblicata sul numero 5/6/2018 della rivista Rinascere, organo bimestrale del movimento Rinascita Cristiana – Le altre recensioni dello stesso libro sono facilmente reperibili attraverso la pagina web ad esso dedicata Continua…