IL LEARNFARE BRITANNICO: COME SI PROMUOVE LA MOBILITA’ SOCIALE

DAL PARTITO LABURISTA BRITANNICO, ANCHE NELLA STAGIONE DI GORDON BROWN, ABBIAMO MOLTO DA IMPARARE SU COME SI COSTRUISCE LA PARITA’ DI OPPORTUNITA’ IN UNA SOCIETA’ IN CUI LA DISUGUAGLIANZA E’ IN CRESCITA

Articolo di Maurizio Ferrera pubblicato sul Corriere della Sera del 21 gennaio 2009

     Orfano di Tony Blair e deluso dal grigiore di Gordon Brown, il pensiero riformista europeo sembra aver chiuso il dossier sul New Labour, ritenendone ormai esaurita la spinta propulsiva. La pubblicazione, martedì scorso, di un ambizioso Libro Bianco sulla mobilità sociale (fermamente voluto proprio da Brown) sollecita ora qualche ripensamento. Si tratta infatti di un documento  interessante, che fornisce spunti e proposte originali su alcune sfide di base per ogni società aperta: come promuovere una maggiore eguaglianza di opportunità, come valorizzare merito e talenti, come combattere i privilegi di censo e di classe.
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IL PROGETTO PER LA TRANSIZIONE ALLA FLEXSECURITY

SCHEDA SINTETICA

 o       L’idea centrale è questa: delineare un sistema di protezione del lavoro ispirato ai modelli nord-europei di flexsecurity, destinato ad applicarsi ai nuovi rapporti di lavoro. Questo sistema offrirà Continua…

IL MEZZOGIORNO E LA CULTURA DELLE REGOLE

QUANDO E’ IL CONTESTO A DETERMINARE IL COMPORTAMENTO DEI LAVORATORI: LA STESSA PERSONA IN CONTESTI DIVERSI AGISCE IN MODO DIVERSO
Articolo di Andrea e Pietro Ichino, pubblicato sul Corriere della Sera il 9 settembre 1997

     In una grande impresa italiana del settore terziario che occupa ventimila dipendenti in filiali sparse su tutto il territorio nazionale, il lavoratore occupato in una filiale meridionale, a parita’ di ogni altra condizione, ha una probabilita’ 2,6 volte maggiore di incorrere in un provvedimento disciplinare, rispetto al collega occupato in una filiale settentrionale; nel Sud, inoltre, i casi di assenza per malattia sono del 39 % piu’ numerosi rispetto al Nord, nonostante che i dati Istat mostrino semmai una minore incidenza effettiva delle malattie al Sud. Continua…

SE LA MINISTRA GELMINI FA UNA LEGGE DI SINISTRA

SULL’UNIVERSITA’ IL GOVERNO DI CENTRO-DESTRA STA FACENDO QUELLO CHE AVREBBE DOVUTO FARE IL GOVERNO PRODI
Articolo di Andrea Ichino pubblicato sul Corriere della Sera del 19 gennaio 2009 

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OBAMA, ISRAELE E I PALESTINESI

UN LETTORE CHIEDE CHE COSA PENSO DELL’INTERVENTO MILITARE DI ISRAELE A GAZA, “CRONOMETRICAMENTE CONCLUSO NEL GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DI UN NUOVO PRESIDENTE AMERICANO, CHE RISPONDE ANCHE AL NOME DI HUSSEIN”. UNA RISPOSTA SUL PIANO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, UNA SUL PIANO PRAGMATICO, DELL’ETICA POLITICA

Lettera pervenuta il 20 gennaio 2008

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N. 41 – 19 gennaio 2009

AGLI ITALIANI MANCA UNA RELIGIONE CIVILE
Leggi lo splendido editoriale di Vito Mancuso, pubblicato su la Repubblica martedì scorso. La forza di una nazione – dice il teologo – sta nel suo essere unita, al di là delle ordinarie divisioni politiche. Agli italiani questa coesione manca perché manca loro il senso civico radicato e diffuso che, nelle nazioni forti, induce ciascun cittadino a percepire  il bene comune come prioritario rispetto al proprio particulare

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SUI 500 STAGE DI DUE ANNI A 1000 EURO AL MESE PROMOSSI DALLA REGIONE CALABRIA

Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta del Governo all’interrogazione a risposta orale presentata alla Presidenza del Senato il 15 gennaio 2009

INTERROGAZIONE n° 3-00480
al Ministro del Lavoro e del Welfare, al Ministro della Funzione pubblica
e al Ministro per le Politiche Comunitarie

Presentata il 15 gennaio 2009 dai senatori Pietro ICHINO, Enrico MORANDO, Paolo NEROZZI, Maria Teresa BERTUZZI, Dorina BIANCHI, Franca BIONDELLI, Tamara BLAZINA, Marco FOLLINI, Maria Pia GARAVAGLIA, Antonio RUSCONI, Giancarlo SANGALLI, Luigi VIMERCATI

[Sullo stesso tema v. anche gli scambi di lettere con i Presidenti del Consiglio e della Giunta della Regione Calabria, del 14 e 15 gennaio, e la lettera al Corriere di alcuni dei laureati interessati agli stage]

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LA RIVOLUZIONE DEL SENSO CIVICO

COMPITO PRINCIPALE DELLA BUONA POLITICA E’ IL RILANCIO DELLA COSCIENZA DEL BENE COMUNE E DELLA CULTURA DELLE REGOLE: QUESTO COSTITUISCE UNA ENORME RISORSA CUI PUO’ ATTINGERE UN PAESE COME IL NOSTRO, DOVE LE CIVIC ATTITUDES SONO, PER TRADIZIONE SECOLARE, POCO ESERCITATE 

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 13 febbraio 2006, a commento del programma elettorale pubblicato pochi giorni prima dalla coalizione di centro-sinistra.

            C’è una materia, nel programma dell’Unione, che avrebbe meritato un primo capitolo a sé stante e un’indicazione più esplicita di priorità: potremmo chiamarla “promozione del senso civico”, o “cultura delle regole”. È una materia sulla quale l’Italia presenta un deficit grave rispetto ai Paesi dell’Europa centro-settentrionale, misurato con precisione da diversi studi economici e sociologici che mettono a confronto le civic attitudes delle nazioni. Quel deficit si manifesta sostanzialmente in un tasso troppo elevato di disapplicazione delle nostre leggi, di tolleranza e persino talora simpatia per chi le trasgredisce, di evasione fiscale, di corruzione, di lavoro irregolare nelle forme più svariate.

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AGLI ITALIANI MANCA UNA “RELIGIONE CIVILE”

LA FORZA DI UNA NAZIONE STA NELLA SUA UNITA’, AL DI LA’ DELLE DIVISIONI POLITICHE. IN ITALIA QUESTA UNITA’ MANCA PERCHE’ DIFETTA QUEL SENSO CIVICO RADICATO E DIFFUSO CHE, NEGLI ALTRI PAESI MAGGIORI, INDUCE CIASCUN CITTADINO A PERCEPIRE IL BENE COMUNE COME PRIORITARIO RISPETTO AL PROPRIO PARTICULARE

Editoriale del teologo Vito Mancuso pubblicato su la Repubblica il 13 gennaio 2009. Ringrazio l’Autore e l’Editore di aver acconsentito alla ripubblicazione dell’articolo in questo sito.

Non mi risulta ci sia lingua al mondo che usi l’aggettivo della propria nazionalità per designare qualcosa di imperfetto e di furbesco, come invece facciamo noi italiani dicendo “all’italiana”. C’è sfiducia verso l’Italia anzitutto da parte degli stessi italiani: quanti di noi oggi, immaginando di scegliere dove poter nascere, sceglierebbero l’Italia? Continua…

I 500 LAUREATI CALABRESI ECCELLENTI, CHE RISCHIANO DI ESSERE AVVIATI DALLA REGIONE ALLA NULLAFACENZA

COME SPRECARE I FONDI REGIONALI E DEL FONDO SOCIALE EUROPEO, ATTIVANDO NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE CENTINAIA DI “STAGE” DELLA DURATA DI DUE ANNI, A MILLE EURO AL MESE, DI NATURA SOSTANZIALMENTE ASSISTENZIALE

Quella che segue è la lettera aperta inviata da me al Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero il 14 gennaio 2009. Segue, nello stesso giorno, la risposta dell’on. Giuseppe Bova, Presidente del Consiglio regionale della stessa Regione, con una mia replica, nella quale formulo una proposta per raddrizzare questa iniziativa, decisamente iniziata male.  A seguito di questo scambio, alla fine della seduta antimeridiana del Senato del 15 gennaio ho presentato una interrogazione parlamentare  recante le firme – oltre alla mia – di Enrico Morando, Paolo Nerozzi, Antonio Rusconi, Marco Follini, Maria Pia Garavaglia e numerosi alrti senatori della Commissione Lavoro del Senato. Nel pomeriggio del 15 gennaio è pervenuta infine una risposta di Agazio Loiero, Presidente della Giunta Regionale, che è pubblicata qui dopo l’interrogazione. Seguono la lettera inviata al Corriere da alcuni dei giovani laureati calabresi partecipanti all’iniziativa e i messaggi su questo tema di uno studente calabrese e di un sindacalista. Numerosi interventi di altri stagisti interessati sul blog “Repubblicadeglistagisti”.

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