Avvertenza – Nessuna chiave di lettura può risolvere la complessità delle dinamiche attuali degli elettorati dei Paesi europei; ciascuna può, tuttavia, illuminarne un aspetto importante. Gli editoriali telegrafici di oggi propongono due chiavi di lettura, entrambe sicuramente parziali: una, quella del nuovo bipolarismo dominante pro-global/no-global; l’altra, quella dell’occhio nero all’establishment, “a prescindere”.
E SE PROVASSIMO A NON CHIAMARLI “POPULISTI”?
Vince la politica capace di affrontare apertamente i problemi che preoccupano di più gli elettori. I “pro-global” incomincino a mettere al centro dei loro programmi e discorsi – in positivo, ma con simpatia per gli angosciati – il tema che il fronte avverso sfrutta in negativo: la globalizzazione. Leggi il primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 399.
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BREXIT – 1. FORSE NON VIENE TUTTA PER NUOCERE
Ogni eccesso di ansia, anche quello suscitato dalla globalizzazione, può e deve essere curato; la vicenda del Regno Unito può spingerci a farlo un po’ meglio di come l’abbiamo fatto finora: leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi. In argomento v. anche sul Corriere della Sera di giovedì l’editoriale in cui Dario Di Vico riprende il discorso di un mio editoriale telegrafico della settimana scorsa: I riformisti vecchi e nuovi alla prova dei perdenti della globalizzazione.
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QUANDO L’ANTIPOLITICA DIVENTA POLITICA
Se il M5S a Roma e a Torino sarà capace di passare dai “vaffa” del suo leader alla buona politica, tanto di guadagnato; meglio, comunque, che la prova si compia sul terreno dell’amministrazione comunale: leggi il mio editoriale telegrafico della mezzanotte di domenica.
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LA RIFORMA COSTITUZIONALE SULLA QUALE VOTEREMO A OTTOBRE
I difetti originari della seconda parte della Costituzione, i quarant’anni di tentativi senza successo di correggerla, i contenuti della legge approvata dal Parlamento attraverso sei letture: rafforzamento dell’azione del Governo, a fronte di contrappesi assai più forti oggi rispetto a 70 anni or sono. Scarica le slides della relazione che ho tenuto a un seminario svoltosi a Milano lunedì. Continua…
A MILANO SI DICE: INSCÌ AVÈGHEN
Beppe Sala mette a frutto l’ottima gestione Pisapia e lo straordinario successo di Expo 2015, di cui è stato l’artefice; ma… avercene di leader del centrodestra come Stefano Parisi! Leggi il mio editoriale telegrafico per la Nwsl n. 395, pubblicato appena un’ora dopo la chiusura dei seggi.
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Giuseppe Dossetti
ANPI – 1. I VERI PARTIGIANI E LE MOLTE COSTITUZIONI POSSIBILI
Con la decisione di schierarsi per una particolare opzione in materia di assetto istituzionale, tra le molte che avrebbero potuto costituire l’esito della Resistenza, l’Associazione dei Partigiani abdica alla propria funzione di custode e promotrice dell’unità delle forze antifasciste: leggi il mio editoriale telegrafico per la Nwsl n. 393.
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LA GRANDEZZA E IL LIMITE DI MARCO PANNELLA
La sua capacità di vedere esigenze vitali (e trasversali) del Paese prima e meglio di tanti altri gli ha consentito di progettare e vincere alcune grandi battaglie di libertà. Ma il suo limite è consistito in una inguaribile vocazione minoritaria: leggi il mio editoriale telegrafico nel giorno della sua morte.
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LA DEMOCRAZIA SECONDO IL PG DI PALERMO
Nella sua intervista a la Repubblica di mercoledì l’alto magistrato rivendica per la magistratura un ruolo analogo a quello che in Iran è proprio del “Consiglio della Rivoluzione”: quello di custode supremo della fedeltà del Parlamento e del Governo a una sorta di “socialismo costituzionale originario”, sostanzialmente immodificabile. Leggi in proposito il mio editoriale telegrafico.
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DIALOGO CON FERRUCCIO DE BORTOLI SULLA RIFORMA
“Mi chiedi se l’eventuale azzeramento referendario delle riforme costituzionali non apra una situazione insostenibile, con l’entrata in vigore dell’Italicum e la permanenza di due rami del Parlamento con differenti sistemi di elezione. Sì hai ragione. Ma credo che questa responsabilità non possa essere messa a carico di chi vota no”: leggi le risposte dell’ex-direttore del Corriere della Sera sulle sei questioni che gli ho proposto, dopo il suo outing per il “no” al referendum nella trasmissione Otto e mezzo.
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1° MAGGIO: NON È ANCORA UNA FESTA DI TUTTI GLI ITALIANI
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