LA PASSIONE DI DON LORENZO MILANI
È il titolo di un mio articolo dedicato a uno dei più grandi profeti del secolo scorso e alla sua lezione sulla fecondità del (proprio) sacrificio. Lo ho scritto – riversandovi alcuni ricordi della sua frequentazione nel corso della mia adolescenza – per segnalare e commentare il libro appena uscito di Michele Gesualdi, uno dei suoi primi allievi, che ha vissuto con lui tutti gli anni dell’esilio nell’eremo di Barbiana. Il libro, nel quale la vita del priore di Barbiana è raccontata dal vivo, “in diretta”, verrà presentato a Roma giovedì prossimo in un convegno a Palazzo Giustiniani (nella locandina le indicazioni per chi intenda partecipare).
CHI HA PAURA DEL LAVORO MARGINALE?
La cooperativa Di mano in mano e il ristorante dei detenuti di Bollate: due casi molto particolari, ma niente affatto isolati, mostrano l’importanza sociale dei buoni-lavoro, o di qualcos’altro che svolga la stessa funzione, per abbattere il diaframma tra l’offerta di manodopera di soggetti deboli e una domanda di lavoro che c’è e che sarebbe un delitto lasciare inutilizzata. Leggi il mio editoriale telegrafico pubblicato sabato sul Corriere della Sera.

la Repubblica, 19 marzo 2017
RISPOSTA A MASSIMO GIANNINI SULL'”ONORE RINNEGATO”
In presenza di un contrasto netto tra giudicato penale e giudicato civile e di una anomalia non secondaria nella composizione del collegio giudicante che ha condannato il senatore Minzolini, ho ritenuto preferibile che la pena non interferisse con il suo mandato parlamentare: leggi la mia lettera pubblicata ieri da Repubblica, in replica al fondo di Massimo Giannini di venerdì. In argomento v. anche l’editoriale telegrafico con cui giovedì avevo motivato la mia scelta nell’immediatezza del voto, e l’intervento in Aula di Corradino Mineo, senatore della Sinistra Italiana ed ex-dipendente RAI, che ha contribuito alla mia decisione.
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LA CONSULTA CONTRO L’INGLESE NEGLI ATENEI
In un impeto di improvviso “sovranismo” la Corte costituzionale scende in campo per difendere l’uso dell’italiano nei corsi universitari avanzati, contro l’inglese: come se “italiane” fossero la fisica, l’economia, l’informatica o la filosofia; come se per secoli in tutta Europa nelle università non si fosse insegnato nella lingua allora universale: il latino. Leggi il mio primo editoriale telegrafico di oggi, nel quale ho ripreso il contenuto di un mio intervento svolto in Senato giovedì.
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LA TECNOLOGIA NON CI IMPEDISCE DI LAVORARE
Le macchine ci sostituiscono in molte mansioni; ma il bisogno di lavoro umano insostituibile non ha limiti: dobbiamo solo farlo emergere e sostenere le persone nel passaggio dal lavoro vecchio al nuovo. Leggi l’articolo di Pietro Micheli e mio pubblicato ieri sul Corriere della Sera.
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LA LEZIONE DELLE LAVANDAIE
Tassare i robot, come propone Bill Gates, può avere senso non per ritardarne la diffusione, ma solo per sostenere la riqualificazione delle persone che essi sostituiscono: leggi il mio editoriale telegrafico per la Nwsl n. 426.
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LICENZIAMENTI – 1. lL CROLLO DEL CONTENZIOSO GIUDIZIALE
Dal 2012 le cause di lavoro si sono ridotte di un terzo, quelle in materia di recesso del datore o di contratti a termine si sono ridotte di oltre due terzi. Sul significato di questo fenomeno, fino a ieri ignoto nelle sue enormi dimensioni alla stessa amministrazione della Giustizia, leggi il mio articolo pubblicato sabato sul Corriere della Sera. Ivi anche le tabelle con i dati, materia per materia.
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L’ELEFANTE DI MILANOVIC E LA GLOBALIZZAZIONE
Il “grafico dell’Elefante”, proposto quattro anni fa dall’economista Branko Milanovic, mostra come tra il 1988 e il 2008 i due terzi più poveri della popolazione mondiale abbiano visto aumentare i redditi fra il 40 e l’80%; il dieci per cento più ricco li abbia visti aumentare fra il 30 e il 60%; invece il venti per cento intermedio (dove si colloca la classe media occidentale) abbia visto un aumento non superiore al 10%, e, per metà di esso, addirittura una riduzione. Scarica il grafico, una mia nota esplicativa e un articolo in proposito del settimanale The Economist.
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COME FUNZIONAVA IL PARLAMENTO NELLA 1A REPUBBLICA
Oggi che la maggior parte delle forze politiche mostra di preferire il ritorno a un sistema elettorale proporzionale, non è forse inutile ricordare i frutti avvelenati di quel sistema. Anche la satira di trent’anni fa può forse aiutare a rinfrescare la memoria: leggi il resoconto caricaturale di una seduta della Camera del febbraio 1981, in cui c’è PURe lo zampino di Pietro Ingrao.
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NON POSSIAMO PASSARE UN ANNO A CINCISCHIARE
Ha senso utilizzare quel che resta della legislatura se Forza Italia si mostra concretamente disponibile per gli interventi essenziali su Parlamento e legge elettorale. Altrimenti, se la prospettiva è quella di una lunga attesa senza capo né coda, è meglio andare al voto a giugno: leggi il mio primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 422. In proposito v. anche il mio commento a caldo alla sentenza della Consulta di mercoledì sulla legge elettorale per la Camera.
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