ANCHE MOLTISSIMI LAICI, COME I CATTOLICI, VOGLIONO COMBATTERE LA PIAGA DELL’ABORTO, OBIETTIVO CENTRALE DELLA LEGGE 194; MA IL PROIBIZIONISMO NON RIDUCE IL FENOMENO E RAFFORZA IL POTERE CRIMINALE: LA VERA STRADA E’ QUELLA DELLA PREVENZIONE, ATTRAVERSO UNA SEMPRE PIU’ LARGA INFORMAZIONE SUI METODI ANTICONCEZIONALI
Articolo di Umberto Veronesi pubblicato sul Corriere della Sera del 24 marzo 2010
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“LA TUA POSIZIONE E’ INECCEPIBILE, MA ARIDA, ISPIRATA A UNA FILOSOFIA RADICAL-ILLUMINISTA: NON TIENE CONTO DELLA STORIA E DEL VISSUTO QUOTIDIANO DELLA NAZIONE ITALIANA NELL’ULTIMO SECOLO”
Lettera di Lucio D’Ubaldo, senatore del PD, 4 novembre 2009, in risposta al mio intervento in Aula dello stesso giorno. Segue la mia risposta.
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L’USO DEL SEGNO DEL CRISTIANESIMO COME SIMBOLO DI UNA NAZIONE O DELLA SUA CULTURA, DA PARTE DI UN CREDENTE E’ UNA VIOLAZIONE DEL PRIMO COMANDAMENTO; DA PARTE DELLO STATO E’ UNA APPROPRIAZIONE INDEBITA. CHIEDO CHE ESSO CESSI, PER RISPETTO DEI CRISTIANI PRIMA ANCORA CHE DEI NON CRISTIANI
Intervento svolto al Senato, nella seduta antimeridiana del 4 novembre 2009. In argomento v. anche la presa di posizione del gruppo “Noi siamo Chiesa” e articolo di Giovanni Bachelet pubblicato su Avvenire del 29 giugno 2010
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COME MICHELE SALVATI, ANCH’IO IN QUESTO CONGRESSO DOVREI COLLOCARMI – PER COSI’ DIRE “NATURALMENTE” – DALLA PARTE DELL’ATTUALE SEGRETARIO DEL PD. MA MI TRATTENGONO DA QUESTA SCELTA DUE CONTRADDIZIONI IRRISOLTE TRA L’IDEA DI PARTITO CHE E’ ALL’ORIGINE DELLA SUA MOZIONE E IL MODO IN CUI EGLI AFFRONTA CONCRETAMENTE DUE QUESTIONI DI RILIEVO NIENTE AFFATTO SECONDARIO. NON MI SEMBRA, INVECE (ED E’ UN OTTIMO SEGNO) CHE IL CRITERIO DELLA LAICITA’ POSSA FAVORIRE L’UNO O L’ALTRO FRA I TRE CANDIDATI
Con il documento che segue (6 settembre 2009) Michele Salvati – a buon diritto considerato tra i padri del Partito Democratico – indica i motivi della propria scelta congressuale per la mozione Franceschini. Seguono alcune mie osservazioni critiche in proposito, una interessante replica dello stesso Salvati e una lettera di Lanfranco Turci, dal tono pessimistico, con la mia risposta.
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E’ GIUSTO CHE IL MAGISTERO ECCLESIASTICO NON RICONOSCA I PROPRI DEBITI NEI CONFRONTI DEL MONDO NON CATTOLICO?
Lettera pervenuta il 25 luglio 2009 – Segue la mia risposta
Caro Senatore,
del suo commento alla Caritas in Veritate non mi convince – e mi pare, francamente, ingeneroso ‑ l’invito al Papa a citare la letteratura economica o sociologica a cui fa riferimento.
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IL CONFRONTO A DISTANZA TRA DOTTRINA SOCIALE DEL MAGISTERO CATTOLICO E SCIENZE SOCIALI, CHE SI ESPRIME IN QUESTA GRANDE ENCICLICA, ILLUMINA IL MONDO DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI ECONOMICHE. GIOVEREBBE TUTTAVIA ALLA TRASPARENZA DI QUESTO CONFRONTO L’ESPLICITAZIONE DEGLI STUDI PIU’ RILEVANTI CUI DI VOLTA IN VOLTA IL DISCORSO DEL PAPA ATTINGE O SI RIFERISCE, PER SOTTOLINEARE AL TEMPO STESSO L’APERTURA E L’AUTONOMIA RECIPROCA TRA LE DUE VOCI
Commento all’Enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, in corso di pubblicazione sul Corriere delle Opere, mensile della Compagnia delle Opere, agosto 2009
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DALLE FREQUENZE DI UNA RADIO RELIGIOSA UN PREDICATORE DISPENSA ALLE PERSONE CHE TELEFONANO INDICAZIONI E CONSIGLI SPIRITUALI TRATTI DIRETTAMENTE DALLE SCRITTURE. QUALCHE TEMPO FA, IN UNA DELLE RISPOSTE AGLI ASCOLTATORI, HA AFFERMATO CHE L’OMOSESSUALITA’ – COME SI LEGGE NELLA BIBBIA (LEVITICO, 18, 22) – E’ UN ABOMINIO E NON PUO’ ESSERE TOLLERATA IN ALCUN CASO. UN ASCOLTATORE GLI HA SCRITTO PER CHIEDERE LUMI SU ALCUNI ALTRI PROBLEMI DI VITA VISSUTA
Lettera del 16 maggio 2009. Segue una precisazione filologica sulla fonte dello scritto
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IL VERO TERRENO DI CONTRASTO E’ OGGI QUELLO DEI TEMI META-ECONOMICI. SUL RESTO, LE DIFFERENZE SONO DI CULTURA, NON DI VALORI
Lettera di Armando Tursi (professore di diritto del lavoro presso l’Università di Milano) pervenuta il 9 marzo 2009, in seguito alla pubblicazione del mio articolo sulla Gran Bretagna: la laicita di uno Stato apparentemente teocratico
Caro Pietro,
come vedi, pare che oggi il vero terreno di contrasto sia quello dei temi – diciamo così – pre e meta-economici. Sul resto, le differenze sono di cultura, non di valori.
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UNA RIFLESSIONE DI RITORNO DA UNA VISITA AL PARLAMENTO BRITANNICO
Articolo pubblicato su la Stampa dell’8 marzo 2009
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SOSPENDIAMO L’ITER DEL DISEGNO DI LEGGE, PER RECUPERARE LA SERENITA’ NECESASRIA PER UN CONFRONTO MIGLIORE E PIU’ APERTO
Mozione sottoscritta da otto senatori, di maggioranza e di opposizione, per iniziativa di Emma Bonino e Pietro Ichino – 26 febbraio 2009
Noi, credenti e non credenti, impegnati nel dibattito parlamentare in corso sul trattamento dovuto nelle situazioni particolari di confine tra la vita e la morte, rileviamo il rischio che un intervento legislativo non sufficientemente meditato su questa materia, quale che ne sia il segno e il contenuto, cristallizzi soluzioni rigide, inevitabilmente sempre in parte inappropriate rispetto all’infinita varietà dei casi reali. Per questo proponiamo una moratoria legislativa di qualche mese su questa materia, che permetta di recuperare la serenità necessaria per un confronto migliore e più aperto
Emma BONINO (PR)
Pietro ICHINO (PD)
Enzo BIANCO (PD)
Stefano CECCANTI (PD)
Lamberto DINI (PDL)
Antonio PARAVIA (PDL)
Maurizio SAIA (PDL)
Giuseppe SARO (PDL)