IN UN SISTEMA DEMOCRATICO IL BUON POLITICO DEVE SAPER RACCOGLIERE IL CONSENSO MAGGIORITARIO INTORNO ALLE PROPRIE IDEE E PROGETTI. ENTRO QUANTO TEMPO?
Intervento di Pietro Ichino al congresso dei radicali – Chianciano, 31 ottobre 2008
Cari amici e compagni di strada,
questo che vi invio per il tramite della cara e bravissima collega Donatella Poretti non è un saluto rituale.
Non lo è perché mi sento unito a voi da un tratto che accomuna il mio modo di vivere la politica al vostro. Cerco di spiegare che cosa intendo dire.
In un sistema democratico, il buon politico deve saper raccogliere il consenso maggioritario intorno alle proprie idee e progetti. Entro quanto tempo? Continua…
Roma, 25 ottobre 2008
Quella di oggi, diciamocelo con orgoglio, è la prima grande manifestazione di massa del riformismo italiano, finalmente unito. E lo è perché il Partito Democratico è il più grande partito riformista che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Continua…
QUANDO E’ IL GOVERNO AD APPOGGIARE IL SINDACALISMO DETERIORE, CHE PRODUCE SOLTANTO SCIOPERI E NESSUN ACCORDO
Questo mio articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera il 22 agosto 2005
Prima di bollare come “inaudita” la scelta di Alitalia di interrompere le relazioni sindacali con il sindacato autonomo Sult (1) – come ha fatto sabato ‑ il ministro del lavoro Maroni avrebbe fatto bene a chiedersi se non ci sia qualche cos’altro di inaudito nel nostro panorama nazionale delle relazioni sindacali. Continua…
L’ASSENTEISMO ABUSIVO E’ SOLO UN SINTOMO DI INEFFICIENZA, MA NON IL PIU’ IMPORTANTE
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 9 agosto 2008
Quella dell’agosto 2006 fu una vera esplosione che sorprese tutti. Nel giro di pochi giorni il Corriere venne sommerso da migliaia di messaggi che rispondevano ai miei primi articoli sui “nullafacenti” statali, dicendo quasi tutti la stessa cosa: è ora di voltar pagina, è urgente, è indispensabile. La cosa più sorprendente fu che tre quarti di quei messaggi venivano dalle file stesse dell’impiego pubblico: a gridare la propria esasperazione, più ancora che i cittadini vessati dalle amministrazioni inefficienti, erano gli impiegati bravi, quelli che soffrono la doppia ingiustizia di essere pagati (poco) esattamente come quelli che non lavorano e di essere accomunati a questi nel discredito generale.
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Pubblicata da Libero il 31 luglio 2008
Caro Giannino,
su “Libero” di martedì 29 luglio Lei mi imputa due peccati gravi, che non mi sembra di avere commesso: uno di esagerazione faziosa e uno di incoerenza.
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Intervista a cura di Luigina Venturelli, pubblicata su l’Unità del 28 luglio 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino.
IL PD SFIDA IL GOVERNO A UN CONFRONTO SERRATO SULLE LINEE DI UNA VERA RIFORMA DEL DIRITTO DEL LAVORO, ISPIRATA ALMODELLO EUROPEO DELLA FLEXICURITY
Articolo di Enrico Letta, responsabile del Lavoro e del Welfare nel Governo-ombra, e di Pietro Ichino, pubblicato sul Corriere della Sera il 27 luglio 2008
Il primo atto legislativo importante del nuovo ministro del Lavoro e del Welfare consiste in un drastico allargamento della possibilità di assumere lavoratori a termine, probabilmente al di là di quanto consente l’ordinamento comunitario europeo. È un intervento molto incisivo, dunque; ma viene attuato di soppiatto, sotto forma di emendamento aggiuntivo al decreto-legge n. 112 trasmesso dalla Camera al Senato in questi giorni, nascosto in mezzo a cento altre misure diverse. E senza una vera possibilità di discussione in Parlamento, poiché sull’intero provvedimento il Governo ha posto la questione di fiducia.
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UN’ANALOGIA TRA L’INIZIATIVA DEL NEO-MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA PER L’EFFICIENZA DELLE AMMINISTRAZIONI E QUELLA DI VINCENZO VISCO CONTRO L’EVASIONE FISCALE
Articolo pubblicato su La Repubblica il 22 luglio 2008
Non condivido la drastica svalutazione dell’iniziativa del neo-ministro della Funzione pubblica Brunetta contro i difetti di efficienza e produttività del settore pubblico, che Francesco Merlo fa – non senza qualche punta di snobismo – nel suo articolo di domenica.
È vero: nell’iniziativa di Brunetta si possono e si devono denunciare alcuni errori anche gravi: tornerò sul punto tra breve.
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UN EMENDAMENTO PER LA TRASPARENZA DEGLI INTERESSI PERSONALI DEI PARLAMENTARI
In un articolo pubblicato da La Repubblica il 19 luglio 2008 Tito Boeri sollecita i politici a una maggiore trasparenza circa i propri interessi personali e propone che il disegno di legge per la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, attualmente in discussione al Senato, sia integrato con una norma che imponga la pubblicazione dei dati circa proprietà, obbligazioni e partecipazioni societarie di deputati e senatori. Rispondo all’appello di Boeri formulando l’emendamento che presenterò nei prossimi giorni (lo si può leggere in coda all’articolo).
Sia Antonio Di Pietro che Silvio Berlusconi ritengono imminente una nuova tangentopoli. Il primo lo ha detto espressamente in questi giorni, commentando l’arresto di Ottaviano Del Turco. Il secondo lo ha fatto capire cercando, senza successo, di imprimere una brusca accelerazione alla sua proposta di reintrodurre l’immunità parlamentare. Difficile stabilire se hanno ragione. Quel che è certo è che una classe politica che dovesse pensare solo a rafforzare gli scudi protettivi della “casta” mentre il paese sprofonda nella stagflazione, sono in corso diverse indagini che vedono coinvolti uomini politici e sono stati intercettati ripetuti episodi di gestione personale del potere, rischierebbe una sonora bocciatura dei cittadini. Sono loro i veri giudici in democrazia. E hanno già dato prova di saper travolgere col voto una classe politica, quella della Prima Repubblica, che aveva edificato attorno al suo operato un sistema di corruzione capillare.
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UNA RIFLESSIONE SUI RAPPORTI NON FACILI TRA IL PALAZZO E I MEDIA
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 26 giugno 2008
Non c’è da stupirsi se i politici litigano tanto spesso con i giornalisti. I primi hanno fame e sete di “visibilità” sui giornali, ma la vorrebbero su misura per la comunicazione dei loro discorsi complessi, pieni di sottili distinguo che interessano molto agli addetti ai lavori, poco al grande pubblico. I giornalisti, invece, sono interessati a pubblicare dichiarazioni o interviste che “fanno notizia”: quindi senza troppe sfumature, possibilmente sorprendenti nella loro nettezza e novità.
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