PD: NON SONO LE IDEE CHE MANCANO, MA E’ ANCORA DEBOLE LA LEADERSHIP

IL DESTINO DEL PARTITO DEMOCRATICO DIPENDE IN GRAN PARTE DALLA SUA CAPACITA’ DI ACCOGLIERE DUE IMPORTANTI COMPONENTI DEL CENTROSINISTRA, QUALI I RADICALI E I SOCIALISTI, CONCILIANDOLE CON LA COMPONENTE CATTOLICA

Intervista a cura di Alessandro Da Rold, pubblicata su
il Riformista – 25 agosto 2009

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CONGRESSO PD: LE TRE MOZIONI A CONFRONTO

I DOCUMENTI PROGRAMMATICI PRESENTATI DA BERSANI, FRANCESCHINI E MARINO, SUI QUALI SI SVOLGERANNO LA CONVENZIONE DELL’11 OTTOBRE E LE ELEZIONI PRIMARIE DEL 25 OTTOBRE

 Scarica la mozione di Pier Luigi Bersani

 Scarica la mozione di Dario Franceschini

 Scarica la mozione di Ignazio Marino

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LA POLITICA DEL LAVORO E IL “PARTITO DELLE PRIMARIE”

LINGOTTO DUE ANNI DOPO – LA NORMA STATUTARIA CHE PREVEDE LE ELEZIONI PRIMARIE PER LA SCELTA DEL LEADER DEL PARTITO INCIDE PROFONDAMENTE ANCHE SUI CONTENUTI PROGRAMMATICI

A Roma, 2 luglio 2009Intervento svolto nel corso della manifestazione promossa da Walter Veltroni al Centro Congressi Capranica (leggi il testo scritto preparato per l’intervento)

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PERCHE’ NON HO ANCORA SCELTO TRA I CANDIDATI ALLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PD

E PERCHE’ HO INVECE DATO IL MIO APPOGGIO A MAURIZIO MARTINA PER LA SEGRETERIA REGIONALE DEL PD LOMBARDO: CONOSCO INFATTI DA TEMPO LA SUA SCELTA MOLTO CHIARA NEL SENSO DEL SISTEMA ISTITUZIONALE BIPOLARE, SULLA POLITICA DEL LAVORO, SULL’EFFICIENZA DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, SULLA NECESSITA’ DI APRIRE IL PARTITO A TUTTE LE FORZE DI CENTROSINISTRA, A COMINCIARE DAI SOCIALISTI E DAI RADICALI
Intervista alla rivista online Affaritaliani, 21 luglio 2009

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QUEL CHE C’E’ E QUEL CHE ANCORA MANCA NEL DISCORSO DI FRANCESCHINI

MOLTO BENE LA DIFESA DEL BIPOLARISMO E DEL SISTEMA ELETTORALE MAGGIORITARIO, IL RIFIUTO DI UN RITORNO AL PROPORZIONALISMO E ALLA DELEGA IN BIANCO DEGLI ELETTORI AI PARTITI PER LA FORMAZIONE DEI GOVERNI. ALCUNE LACUNE, INVECE, IN MATERIA DI POLITICA ESTERA, DI POLITICA ECONOMICA E DEL LAVORO. MANCA, POI, ANCORA UN INVITO ESPLICITO A TUTTI I RIFORMISTI DEL CENTROSINISTRA A RICONOSCERE NEL PARTITO DEMOCRATICO LA LORO CASA NATURALE

L’editoriale di Francesco Verderami pubblicato sul Corriere della Sera del 17 luglio 2009 mette bene in evidenza gli aspetti positivi del programma esposto da Dario Franceschini. Segue una mia nota nella quale indico le cose che a mio avviso ancora mancano in questo programma, sulle quali credo che l’avversario di Pierluigi Bersani nella corsa alla leadership del partito dovrà essere incalzato nelle prossime settimane.

    Il Partito Democratico crede nel bipolari­smo? È pronto a difendere la democra­zia dell’alternanza e a considerarla un valore? Riconosce che la sovranità risie­de nel voto popolare e che il mandato dei cit­tadini non è un assegno in bianco da usare per successivi accordi in Parlamento? Il Pd, insomma, è disposto a preservare l’unica con­quista raggiunta nel marasma della Seconda Repubblica, o intende tornare alla stagione dei governi fotocopia, degli esecutivi balnea­ri, dei gabinetti che duravano pochi mesi, dei presidenti del Consiglio sempre con la va­ligia in mano nella porta girevole del grand hotel Palazzo Chigi?

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LA DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA SUL DISCORSO DI FRANCESCHINI

“OCCORRE DARE ATTO AL SEGRETARIO DEL PD DI AVERE PROPOSTO CON RECISIONE UNA RIFORMA MAGGIORITARIA, LIBERALE, ANTIPARTITOCRATICA”

Dichiarazione di Marco Pannella alle agenzie di stampa a seguito del discorso programmatico di Dario Franceschini – 16 luglio 2009

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IL DISCORSO PROGRAMMATICO DI DARIO FRANCESCHINI

BIPOLARISMO, DEMOCRAZIA DELL’ALTERNANZA, GOVERNO SCELTO DAI CITTADINI: QUESTO IL QUADRO ISTITUZIONALE DI RIFERIMENTO. E POI: FIDUCIA, REGOLE, UGUAGLIANZA, MERITO, QUALITA’; SONO QUESTE LE PAROLE-CHIAVE SULLE QUALI IL SEGRETARIO USCENTE SI PROPONE DI PROSEGUIRE NELLA COSTRUZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Discorso tenuto a Roma il 16 luglio 2009. Alcuni dei passaggi più significativi sono evidenziati in grassetto. V. anche, in proposito, la dichiarazione “a caldo” di Marco Pannella e il commento di Francesco Verderami sul Corriere della Sera del giorno dopo,  seguito da una mia breve nota critica.

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IL PROGRAMMA PRESENTATO DA PIERLUIGI BERSANI – trascrizione del discorso effettivamente svolto

QUALCHE VOLTA IL CONFRONTO TRA IL TESTO SCRITTO E LO SVOLGIMENTO ORALE DEL DISCORSO DI UN POLITICO RIVELA QUALCHE SFUMATURA INTERESSANTE SU CIO’ CHE VERAMENTE PENSA L’ORATORE: QUESTA TRASCRIZIONE OFFRE AI LETTORI LA POSSIBILITA’ DI “SENTIRE” DIRETTAMENTE QUELLO CHE BERSANI HA DETTO ALL’AMBRA IOVINELLI

Trascrizione del discorso effettivamente svolto da Pierluigi Bersani a Roma il 1° luglio 2009, per la presentazione della propria candidatura alla Segreteria del PD. V. anche il testo scritto ufficiale dello stesso discorso, con l’evidenziazione in grassetto dei passaggi più importanti.

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IL PROGRAMMA PRESENTATO DA PIERLUIGI BERSANI – testo scritto ufficiale

“I PROBLEMI DEL PD NON SONO NATI DA UN TRADIMENTO DELLA SUA ISPIRAZIONE ORIGINALE: SONO NATI DAL NON AVER MESSO ANCORA IL NOSTRO PROGETTO SU BASI CULTURALI, POLITICHE E ORGANIZZATIVE ABBASTANZA SOLIDE”

Testo ufficiale del discorso tenuto in occasione della presentazione della sua candidatura alla Segreteria del P.D., il 1° luglio 2009 a Roma, all’Ambra Iovinelli. E’ disponibile in questa stessa sezione del sito la trascrizione dell’intervento orale con il quale P. Bersani ha presentato lo stesso discorso: il confronto tra “scritto” e “detto” consente di evidenziare le parti che sono state saltate perché evidentemente ritenute meno importanti, nonché alcune marginali sfumature del pensiero dell’ex-ministro delle attività produttive. Alcuni passaggi particolarmente rilevanti, tra i quali quello relativo al superamento del dualismo del mercato del lavoro, sono evidenziati in grassetto.

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IL “PARTITO DELLE PRIMARIE” E LA POLITICA DEL LAVORO

LA NORMA STATUTARIA CHE PREVEDE LE ELEZIONI PRIMARIE PER LA SCELTA DEL LEADER DEL PARTITO INCIDE PROFONDAMENTE ANCHE SUI CONTENUTI PROGRAMMATICI

Intervento svolto nel corso della manifestazione promossa da Walter Veltroni al Centro Congressi Capranica, il 2 luglio 2009 (Scarica il video dell’intervento)

            C’è un nesso tra la politica del lavoro di cui il Paese ha bisogno e la forma del partito che quella politica sa elaborare e perseguire. Un “partito degli iscritti” conosce e rappresenta gli interessi di chi è organizzato. Un partito che fa scegliere il proprio leader dagli elettori è costretto ad aprirsi anche agli interessi di chi non è organizzato, ad andare oltre il dialoco con le associazioni, i sindacati, le “formazioni intermedie”. La politica del lavoro costituisce un buon punto di osservazione per comprendere la differenza fra le due scelte di metodo.

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