Intervista a cura di Rita Amoroso, pubblicata su Il Messaggero il 13 novembre 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino
Intervista a cura di Tonia Mastrobuoni, pubblicata su il Riformista, 11 novembre 2008
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UN DISEGNO DI LEGGE DELLA MAGGIORANZA E UNO DELL’OPPOSIZIONE SU DI UN TEMA IMPORTANTE, CHE PERO’ DA SEMPRE TENIAMO IN FREEZER. DOBBIAMO CHIEDERCI PERCHE NON VIENE MAI IL MOMENTO GIUSTO PER SERVIRLO IN TAVOLA
Relazione di Pietro Ichino alle Commissioni riunite Finanze e Tesoro (VI) e Lavoro (XI) del Senato sui disegni di legge n. 803 e 964/2008, svolta nella seduta del 30 ottobre 2008. Segue la relazione aggiuntiva sui disegni di legge n. 1307/2008 e n. 1531/2009, svolta nella seduta del 20 maggio 2009. V. anche il testo unificato presentato nella stessa seduta del 20 maggio 2009.
Signor Presidente, Colleghi,
Entrambi i progetti oggi al nostro esame si collocano nell’area tematica della partecipazione dei lavoratori nell’impresa; essi però si differenziano profondamente per l’approccio alla materia: Continua…
CIO’ CHE OCCORRE OGGI E’ PIUTTOSTO UNA CORNICE DI REGOLE DI DEMOCRAZIA SINDACALE CHE CONSENTA A STRATEGIE E MODELLI DI RELAZIONI INDUSTRIALI DIVERSI DI CONFRONTARSI E COMPETERE SENZA PARALIZZARSI A VICENDA
Articolo pubblicato su l’Unità il 25 ottobre 2008, nel primo numero della sua nuova serie
Ha senso, oggi, auspicare l’“unità sindacale” come la si auspicava negli anni ’70?
Potrebbe, forse, avere qualche senso se al tempo stesso indicassimo da che parte avrebbe dovuto stare l’ipotetico sindacato unitario nel 1984, quando il Governo Craxi pose le basi per il superamento della scala mobile; o nel 2001, quando Cisl e Uil firmarono da sole il contratto dei metalmeccanici e la Cgil lo rifiutò; o nel 2002, quando la stessa divisione si manifestò sul “Patto per l’Italia”, premessa per il varo della legge Biagi. Continua…
SENATO DELLA REPUBBLICA
———– XVI LEGISLATURA ———–
DISEGNO DI LEGGE n. 1170
d’iniziativa dei senatori ICHINO, TREU, MORANDO, BONINO, ADRAGNA, BLAZINA, BIONDELLI, CECCANTI, GHEDINI, NEROZZI, PASSONI, PERDUCA, PORETTI, ROILO, TONINI
Disposizioni in materia di sciopero virtuale
Presentato alla Presidenza del Senato il 29 ottobre 2008
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L’OBBLIGO DI COMUNICARE PREVENTIVAMENTE AL DATORE DI LAVORO L’ADESIONE INDIVIDUALE ALL’AGITAZIONE SAREBBE GIA’ AGEVOLMENTE DESUMIBILE DALLA LEGGE SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 21 luglio 2000
Lo sciopero dei trasporti pubblici milanesi di mercoledì ha riproposto una domanda che da tempo l’uomo della strada si pone: è mai possibile che di fronte alla proclamazione di uno sciopero da parte di una organizzazione sindacale, quale che essa sia, l’azienda che gestisce il servizio non sia in grado di prevedere e comunicare per tempo agli utenti quali mezzi funzioneranno e quali no? La legge stabilisce che lo sciopero deve essere proclamato dall’organizzazione sindacale con un congruo preavviso, in modo che l’azienda possa informarne per tempo gli utenti; ma la stessa legge non dice che anche i singoli lavoratori debbano comunicare all’azienda con congruo preavviso se aderiranno a quello sciopero oppure no. È potuto accadere, così, che una organizzazione minoritaria (lo Slai-Cobas, cui aderisce soltanto l’11% dei dipendenti dell’ATM) proclamasse uno sciopero non voluto dalle confederazioni maggiori, ma che a quello sciopero aderisse poi la maggioranza dei lavoratori, con il risultato di prendere alla sprovvista l’azienda e gli utenti. Continua…
PER DIFENDERE L’AUTONOMIA COLLETTIVA DALL’INGERENZA DELLO STATO OCCORRE UN SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI FORTE, CAPACE DI PRODURRE BUONI ACCORDI NEI TEMPI NECESSARI. FINORA NON SEMBRA IL NOSTRO CASO
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 17 ottobre 2008
Al Governo che intende intervenire con una legge sullo sciopero la Cgil contrappone il suo ormai consueto secco “no”, mentre Cisl e Uil temperano il loro rifiuto in un “ni”. Ma se l’una e le altre volessero, il modo per impedire l’intervento legislativo lo avrebbero, ed efficacissimo: basterebbe che fossero loro a regolare incisivamente la materia nell’accordo interconfederale con le associazioni imprenditoriali, il cui negoziato langue da mesi. Anzi, avrebbero già dovuto averlo fatto molti anni fa: non perché tirate per i capelli, ma di propria iniziativa e nel proprio prioritario interesse. Vediamo perché. Continua…
NELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE NON VINCE CHI PRENDE LA CITTADINANZA IN OSTAGGIO, MA CHI NE CONQUISTA IL CONSENSO
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 gennaio 2002
Oggi sciopero generale, dell’industria e dei servizi; ma non è la stessa cosa quando a scioperare sono gli operai di una fabbrica e quando a farlo sono i conducenti di tram e autobus. Continua…
UN CONTRIBUTO AL NEGOZIATO INTERCONFEDERALE: DUE IPOTESI DI CONFIGURAZIONE DELL'”ELEMENTO RETRIBUTIVO DI GARANZIA” IN FORMA DI “PREMIO DI DEFAULT“
Possibile formulazione della clausola dell’accordo interconfederale sull’E.R.G.
1. ‑ I contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria prevedono un premio di default legato a uno o più indici dell’andamento aziendale, destinato ad applicarsi nelle aziende nelle quali non sia applicata alcuna voce retributiva aggiuntiva rispetto allo standard minimo nazionale. Salvo diversa pattuizione esplicita in forma scritta, detto premio è assorbito fino a concorrenza in qualsiasi superminimo ad personam, o premio o altro importo comunque soggetto a contribuzione previdenziale di cui il singolo prestatore goda da meno di quattro anni sulla base di una pattuizione individuale, o per effetto di una erogazione unilaterale da parte dell’azienda datrice di lavoro, in aggiunta rispetto allo standard minimo nazionale. Continua…
GLI OSTACOLI ALL’ACCORDO SULLA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA SONO SUPERABILI. E, IN QUESTO MOMENTO DI CRISI GRAVE, SUPERARLI E’ NECESSARIO
Articolo pubblicato su la Repubblica del 5 ottobre 2008
Un sistema di relazioni sindacali che funziona bene è un grande gioco a somma positiva. Esso, producendo accordo e cooperazione, consente che si ingrandisca la “torta” da spartire; e la distribuisce in modo che tutti ci guadagnino. Nel momento attuale di gravissima crisi economica e finanziaria mondiale, il nostro Paese – già da tempo in affanno – avrebbe un estremo bisogno di attivare questo gioco a somma positiva. Ecco perché non possiamo rassegnarci al collasso del sistema di relazioni sindacali, che invece conseguirebbe a un fallimento del negoziato in corso tra Confindustria e confederazioni sindacali maggiori. Continua…