LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE È DESTINATA A DURARE?

SE NON CI SARANNO SHOCK ESOGENI NEGATIVI, LA TENDENZA ALL’AUMENTO DEI POSTI DI LAVORO SI CONSOLIDERÀ TANTO PIÙ QUANTO PIÙ SI CONSOLIDERÀ LA FIDUCIA DEGLI ITALIANI E DEGLI OPERATORI STRANIERI NELLA TENDENZIALE RIDUZIONE DELLE TASSE SU IMPRESA E LAVORO E IN UN MERCATO DEL LAVORO PIÙ FLUIDO E SICURO

Testo integrale dell’intervista a cura di Guido Pogliotti, pubblicata con qualche taglio per ragioni di spazio sul Sole 24 Ore del 2 marzo 2016 – In argomento v. anche il mio articolo del giugno 2015, Il piccolo boom del lavoro in aprile, e l’articolo di Marco Leonardi e Tommaso Nannicini del 17 febbraio 2016, 776.171 contratti di lavoro stabili in più nel 2015 rispetto al 2014 non è un risultato positivo?
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Quali caratteristiche ha la nuova occupazione rilevata dall’Istat?
Se si guarda alle variazioni dello stock nel corso dell’intero ultimo anno, i circa 300.000 occupati in più non hanno alterato la ripartizione tra uomini e donne nel tessuto produttivo. Quanto all’età, pare che tutte le classi abbiano tratto vantaggio dall’aumento, tranne la classe 15-24, il cui tasso di occupazione rimane invariato. Se si guarda invece alla summa divisio tra subordinati e autonomi, si è registrato un piccolo terremoto: il +300.000 è il risultato di poco meno di mezzo milione di lavoratori dipendenti in più, e di quasi 150.000 autonomi in meno. Questo mutamento segna una tendenza del nostro tessuto produttivo ad allinearsi, per quest’ultimo aspetto, a quelli dei principali Paesi occidentali, dove si registra una percentuale di lavoratori autonomi inferiore rispetto alla nostra.

Questa ripresa occupazionale è destinata a durare?
L’occupazione aumenta se aumenta la domanda aggregata, cioè la somma di consumi e investimenti. E questo dato è esposto a tutti gli shock esogeni, positivi o negativi, che possono determinarsi nel prossimo futuro. Se non ci saranno shock esogeni negativi, vi è motivo di sperare che essa continuerà ad aumentare perché lo sono anche la fiducia nella crescita dei consumatori italiani e la propensione degli operatori internazionali a investire nel nostro Paese, in conseguenza del progressivo allineamento del sistema-Italia agli standard degli altri Paesi occidentali in materia di disciplina del lavoro, funzionamento delle amministrazioni pubbliche, a cominciare da quella della giustizia, e costo dell’energia.

A quali condizioni può durare?
La sola leva sulla quale possiamo agire con forza è quella della rimozione degli ostacoli all’ingresso in Italia degli investimenti diretti esteri. Su questo terreno è molto importante che non diamo agli operatori internazionali l’immagine di una legislazione – sia essa fiscale o del lavoro – volatile e inaffidabile. L’immagine che dobbiamo dare è quella di un ordinamento nel quale le imposte su impresa e lavoro sono destinate a ridursi, e di un mercato del lavoro nel quale si è innescato il circolo virtuoso di una sempre maggiore flessibilità per le strutture produttive, coniugata a una sempre maggiore sicurezza economica e professionale dei lavoratori nel passaggio da una azienda all’altra.

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