ALITALIA: QUANTO CI È COSTATA LA CORDATA VOLUTA DA SILVIO

LA “DIFESA DELL’ITALIANITÀ” DELLA NOSTRA COMPAGNIA AEREA DI BANDIERA AD OPERA DEL GOVERNO BERLUSCONI NELL’ULTIMO QUINQUENNIO CI È COSTATA QUATTRO MILIARDI E MEZZO, SENZA PERALTRO EVITARE ALLA FINE IL PASSAGGIO DELLA COMPAGNIA SOTTO IL CONTROLLO FRANCO-OLANDESE

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 264, 23 settembre 2013

Pare che sia imminente l’acquisto da parte di Air France-Klm del controllo di Alitalia.
Chi ha seguito la vicenda ricorderà che nel 2008 Air France-Klm rispose a un’offerta elaborata dal ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa offrendo un investimento sull’azienda pari a un miliardo di euro, l’accollo di tutti i debiti per un totale di un miliardo e mezzo e l’impegno a mantenere l’autonomia organizzativa della compagnia aerea, con le sue insegne. Il neo-nato Governo Berlusconi, in nome della difesa dell'”italianità” della nostra compagnia di bandiera, azzerò il lavoro di Padoa Schioppa sbattendo la porta in faccia alla compagnia franco-olandese, primo vettore su scala mondiale. E, per consentire il decollo della nuova Alitalia gestita da una italianissima “cordata” (formata da imprenditori dei quali nessuno aveva mai fatto volare un aereo), chiese al Parlamento di stanziare 800 milioni sostanzialmente a fondo perduto, nonché di garantirle il monopolio sulla tratta Milano-Roma, in modo che fossero i viaggiatori, con il sovrapprezzo sul biglietto, a tenere in vita la compagnia. Si può calcolare che fra mancati investimenti dall’estero, debiti non pagati dalla bad company ai creditori – quasi tutti italiani – e costo della respirazione bocca a bocca per tenere in vita la nuova compagnia, il rifiuto dell’offerta Air France-Klm abbia finito col costarci almeno quattro miliardi e mezzo. E ora Alitalia passa comunque sotto il controllo dei franco-olandesi, con cinque anni di ritardo e a condizioni molto peggiori.
Contiamo che Silvio Berlusconi e i suoi colonnelli, una volta tanto, riconoscano il gravissimo errore commesso. Uno dei tanti, peraltro, che i nostri Governi passati di centrodestra e di centrosinistra hanno commesso, facendo le barricate contro gli investitori esteri in nome di una malintesa italianità delle nostre imprese.

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